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Partito Socialista, Federico Novelli nuovo segretario regionale: “Ecco le priorità”

La decisione dei delegati territoriali: “Rilanciamo anche le attività locali, costruendo un percorso comune”

Federico Novelli, segretario regionale Psi 

Sabato scorso, i delegati eletti dai vari territori dell’Umbria mi hanno assegnato  l’arduo compito di raccogliere il testimone di 130 anni di storia umbra del Partito Socialista  Italiano. In questi anni difficili, abbiamo mantenuto importanti nuclei di presenza socialista sul territorio. Comunità locali di compagni vive, dove il lavoro politico, la nostra attenzione  e la nostra sensibilità verso i cittadini e le varie problematiche municipali, si traducono nella  capacità di essere rappresentati nelle amministrazioni locali e di offrire buoni  amministratori. 

A partire dai comuni medio grandi - Città di Castello, Narni, Spoleto, Todi, Assisi,  Gubbio ne sono gli esempi più evidenti – e sino alla gran parte di quelli medio piccoli. Abbiamo deciso di ridare loro un luogo dove potersi confrontare e lavorare alla  costruzione di un percorso comune di elaborazione politica e programmatica che sappia  orientare l’impegno sui territori e nelle istituzioni locali. 

Vogliamo riannodare le fila di questo tessuto, riordinare le idee e rilanciare una  proposta politica originale e coraggiosa. Nel panorama politico nazionale e regionale rappresentiamo un elemento di autentica  unicità. Siamo portatori di un bagaglio di valori che affondano le radici nell’ottocento, che  hanno saputo superare il novecento ed essere estremamente attuali ancora oggi. Gli unici mai sconfitti dalla storia. 

Libertà, democrazia, uguaglianza, pace, giustizia sociale, crescita e sviluppo sono  stati al centro di una azione politica che, dal riformismo di Turati a quello di Craxi e  dell’alleanza riformatrice tra il merito e il bisogno, passando per le riforme di struttura di  Lombardi, per il centro sinistra di Nenni, attraversando la stagione delle grandi battaglie sui  diritti civili, gli anni di piombo, i carri armati sull’Ungheria, due guerre mondiali, il  ventennio fascista, ha sempre saputo essere autonoma, feconda ed originale. Da questi valori dobbiamo ripartire. 

Quel pensiero e quelle intuizioni mantengono ancora oggi una straordinaria  modernità e costituiscono l’ancora di salvezza per fare uscire le società occidentali dalla loro  grave crisi nella quale populismi e sovranismi vari sembrano avere il sopravvento. Per affrontare e governare le epocali trasformazioni in atto nella nostra società, la  pandemia, la guerra, la globalizzazione sempre maggiore, le nuove tecnologie come  straordinario fattore di modernizzazione e cambiamento, da un lato e l’insorgere di nuovi  bisogni e nuove povertà causati proprio da questi gravi eventi, da quelle trasformazioni e da  questi cambiamenti, dall’altro. 

Anche la nostra regione ha bisogno, specie in questo tremendo periodo di pandemia  da Covid, di ridefinire i fondamentali, di richiamare la cultura dei diritti ma anche quella dei  doveri, di ritrovare una via che non mortifichi i talenti, la creatività, le energie individuali e  imprenditoriali, ma al contrario le valorizzi per risolvere i problemi di tutti. Rimettere al centro della nostra rotta i valori del merito, delle pari opportunità,  dell’equità, del sostegno ai più deboli da parte di chi è più fortunato o talentuoso. Ripartendo dalla nostra identità e da questi valori, con una azione politica  coraggiosa, originale ed autonoma possiamo offrire ai cittadini una buona occasione per  chiudere l’epoca dei nuovismi e dei populismi, il cui fallimento è sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo offrire all’elettorato umbro il ritorno alla politica, perché ne abbiamo  sperimentato l’assenza per troppo tempo. 

A questo scopo organizzeremo nei prossimi mesi una conferenza programmatica che  sappia elaborare, partendo da quei tratti, la nostra piattaforma programmatica.  In questi anni la deriva populista capitanata dal movimento cinque stelle ed alcuni  errori del partito democratico, che ha spesso esercitato tendenze egemoniche nelle coalizioni  di centro sinistra, in questi anni hanno lentamente deteriorato e disgregato, sia sul piano  politico che programmatico, la ricchezza propositiva e culturale dell’area riformista in  Umbria, consegnando ad un centro-destra a trazione leghista la Regione dell’Umbria, i due  Capoluoghi, la Provincia di Terni e molti altri comuni. Anche in questa fase preparatoria delle prossime amministrative si ripetono gli stessi  errori. C’è bisogno di grande apertura ed attenzione al pluralismo ed alla valorizzazione  della ricchezza politica culturale che nasce dal confronto e dalla contaminazione in alleanze  riformiste con le altre forze politiche. Siamo per un rapporto nuovo, diverso, franco e non subalterno che prevede pari  rappresentanza e dignità. Lavoriamo per attivare un laboratorio politico-culturale capace e poter fungere da  polo di attrazione per le energie laiche e riformiste e per contribuire in modo non subalterno alla ricostruzione di una più vasta area laico-liberale-socialista partendo da chiare  proposte programmatiche. Con lo sguardo avanti. Abbiamo ancora tanto da dare all’Umbria. 

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