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“Gestazione per altri: schiavitù e maternità a rimborso spese, non è altro che un crimine universale”

Utero in affitto, Reho (Popolo della famiglia) contro l’associazione Luca Coscioni: “Si parte sempre da situazioni toccanti, a volte anche comprensibili, per poi promuovere legislazioni che con la scusa dei diritti e della libertà di qualcuno, produrranno altre ingiustizie e nuovi scarti”

sara reho-2L’associazione Luca Coscioni si è fatta portavoce di quattro donne che hanno scritto altrettante lettere al senatore Matteo Salvini per invitare il segretario della Lega ad una riflessione sul dramma delle donne che non possono avere figli.

La notizia delle lettere a favore della legalizzazione dell’utero in affitto inviate a Salvini è l’ennesimo attacco alla dignità dei bambini e delle donne. In Italia, la legge 40 del 2004, all’articolo 12, punisce chi attua, organizza o pubblicizza la maternità surrogata, evitando che le persone siano trasformate in oggetti, dalle donne bombardate di ormoni per espiantare gli ovuli, a quelle con il grembo affittato per portare avanti una gravidanza, fino agli stessi bambini che, con tanto di clausola contrattuale, possono essere scartati se non conformi alle aspettative.

Un’iniziativa, quella dell’associazione Luca Coscioni, apparentemente educata e piena di cordialità, ma che mira a reintrodurre, con la Gpa (gestazione per altri) una vera e propria schiavitù a suon di rimborsi spese. Si parte sempre da situazioni estreme, toccanti, a volte anche comprensibili, per poi promuovere legislazioni che con la scusa dei diritti e della libertà di qualcuno, produrranno altre ingiustizie e nuovi scarti. Questo il solito ritornello: se un principio diventa negoziabile, è naturale attendersi un prezzo.

Non solo auspichiamo che vengano rafforzati i controlli verso tutto ciò che realizza azioni in favore dell’utero in affitto, ma chiediamo con fermezza che questa pratica sia considerata un crimine universale, contraria alla dignità della donna e dei bambini, un comportamento abominevole che rende le donne soggette ad una nuova forma di schiavitù.

*Popolo della famiglia Umbria

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