“Inquinamento a Terni, la minaccia dei metalli pesanti e l'occasione del bilancio di sostenibilità Ast”
L’analisi dell’ingegner Porrazzini: siamo ancora tra le città più inquinate d’Italia anche a causa degli inquinanti industriali, anche da questo dipende l’immagine di Terni e la sua capacità di attrazione
Per l’ennesima volta, secondo una classificazione nazionale di Legambiente, Terni si trova, anche nell’anno 2020, quello del Covid, fra le 20 città italiane capoluogo, in cui i limiti sanitari OMS, per l’inquinamento atmosferico da polveri sottili, vengono superati per un numero di giorni superiori al massimo (35) e in cui il valore medio del particolato sottile in aria (29) supera il valore limite di 20 micro grammi per mc.
Certo, traffico e riscaldamento urbano fanno la loro parte, ma per capire quale sia l’apporto in quantità e qualità (metalli pesanti come nichel e cromo) delle varie fonti inquinanti basta osservare i dati della presenza, non a Prisciano, dove purtroppo è normale, ma a Ponte Carrara, cioè in piena città, di tali inquinanti industriali più pericolosi nei giorni in cui l’acciaieria è in piena attività e nei giorni in cui è chiusa, come in occasione di uno sciopero.
Quando la fabbrica non funziona, quei valori si riducono al minimo e ben al di sotto delle soglie di allarme. L’esame della composizione chimica fisica del particolato conferma, con la presenza rilevante di metalli pesanti, la natura industriale dell’inquinamento più pericoloso per la salute pubblica. L’Ast dovrebbe presentare a breve il Bilancio di sostenibilità 2020; potrebbe essere una buona occasione per le istituzioni e le organizzazioni sociali interessate, per approfondire, con l’azienda e con Arpa, questa seria situazione d’inquinamento, per capire se le volontà e gli investimenti ambientali di Ast sono orientati a risolvere questo annoso problema ambientale e sanitario dei ternani, da cui dipende anche l’immagine della città e la sua capacità di attrazione.
