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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Razzista gay insulta immigrato omofobo: da che parte stare?

L’intervento di Arnaldo Casali, direttore dell’Istess: “Quel paradosso umoristico è già diventato realtà: ecco cosa ha scatenato un post della senatrice Monica Cirinnà”

“Razzista gay insulta immigrato omofobo: da che parte stare?”. La battuta risale a qualche anno fa, ed è di Stefano Rapone, uno dei comici più geniali delle nuove generazioni, nel cast – tra l’altro – di “Una pezza di Lundini”.

La notizia è che quel paradosso umoristico è già diventato realtà: qualche settimana fa, la senatrice Monica Cirinnà, paladina del fronte Lgbtqia+, riporta su facebook la notizia dell’approvazione dei matrimoni e delle adozioni per i gay in Slovenia.

Tra i primi commenti che compaiono sotto all’articolo, quello di un immigrato albanese di origine islamica, che definisce la notizia “triste” e un segnale di “arretramento”.

Subito, la stessa senatrice – per mano del social media manager – risponde al commento, invero molto pacato, con una serie di insulti: “E’ lei che sguazza nel pantano somarista e non comprende di essere un reperto archeologico, un pezzo da museo degli orrori, uno di quei casi che si guardano e ci si chiede ‘come potevano essere così ottusi?’”.

La reazione della titolare del profilo scatena subito un’orda di aggressioni contro il dissidente: “Fosse per quelli come lei vivremmo ancora nelle grotte”, “così funziona nel tuo mondo. In quello civile invece…”, “È dura, vero, quando te sei stato costretto a sposare una donna che all’epoca si faceva così, eh?”, “Cagati in mano e prenditi a schiaffi, la brutta notizia è che ogni giorno soggetti come te vivono e respirano in mezzo a noi”.

Aizzati dal gestore del profilo, gli insulti diventano sempre più pesanti: capra, uomo delle nevi, cavernicolo, uomo della pietra, stupido, retrogrado, omofobo, aborto mancato, boomer e persino “brutto”. Poi si passa all’invito a suicidarsi o a trasferirsi in paesi islamici come Arabia Saudita e Iraq e si fanno apprezzamenti sulla proprietà della lingua italiana dell’avvocato albanese che, pure, vive in Italia da oltre trent’anni e dichiara di considerarla il suo paese. L’insulto più ripetuto – come nel caso di Pillon – è quello di gay represso.

Come se non bastasse il paradosso degli insulti omofobi contro un presunto omofobo, arriva presto il razzismo esplicito, così violento da far impallidire il più fanatico dei vecchi leghisti: “L’Italia e ogni altro paese civile non ha bisogno di gente come te”, “venire nella mia Italia a magnare e a lavorare ti è piaciuto!”, “puoi tornare nel tuo piccolo piccolo mondo arretrato”.

La maschera è ormai caduta e l’intolleranza dei sedicenti paladini dei diritti civili è manifesta: “Ci bastano e avanzano i nostri, di bigotti retrogradi, di quelli importati ne facciamo a meno”, “Se non le sta bene, stia a casa sua, che di gente come lei non sappiamo cosa farcene”, “Non capisco quelli che lasciano il loro paese e vengono in occidente e poi lo criticano, ma non venite!”, “Io se provenissi da certi paesi, ci penserei due volte prima di parlare di società arretrate”. E ancora: “Lei sta in un paese che non è il suo, se non le piace il progresso e la civiltà europea ritorni nella sua Albania o in un altro dei paesi in linea con le sue idee oscurantiste”.

Poi i nodi vengono definitivamente al pettine e si arriva a rinnegare apertamente le politiche di accoglienza e integrazione, da sempre rivendicate: “La cosa che mi dispiace molto è che io sono sempre stato per allargare diritti e dare la cittadinanza italiana a chi vive e lavora nel nostro paese, ma le persone come lei mi fanno pentire di avere sempre appoggiato tutte le politiche inclusive, perché chi è come lei culturalmente e radicalmente arretrato è un problema e non un valore”.

Infine la perla definitiva, lanciata da tale Alex: “La brutta notizia è che abbiamo aperto le porte del nostro paese a uno come te. Dovevi rimanere nel terzo mondo da dove vieni!”.

Il corto circuito progressista inclusivo è servito.

*direttore Istess - Istituto di studi teologici e storico sociali

Il post di Monica Cirinnà 

https://www.facebook.com/monicacirinna.it/posts/pfbid02Fd7qyoHxf72fhDZ9Ms2PYPiP7PW7tZBQNGbvYyjRnqNXzMAGhzi8yu9QtfrjgHC9l

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