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“Ordinanza antiprostituzione, il sindaco vieta gonne e scollature: decoro ridicolo e anacronistico”

Federica Burgo, vicepresidente di Terni Valley, interviene sul provvedimento di Palazzo Spada: si puniscono le donne e la loro libertà di vestirsi, in linea con un ideale di società antica e patriarcale, oltre che paternale, che purtroppo non è nuovo a questa amministrazione comunale

II sindaco Leonardo Latini ha da pochi giorni pubblicato un’ordinanza, valida fino al 31 gennaio 2022, finalizzata al “superamento del degrado del territorio per il decoro e la visibilità dei luoghi”. Si parlerà finalmente di evitare e contrastare il fenomeno dell’abbandono di rifiuti in strada? Si metterà un freno alle discariche o all’inquinamento tipico della nostra città? Assolutamente no, perché l’ordinanza si riferisce al “contrasto al fenomeno della prostituzione”.

Quali sono gli ordini (perché di ordinanza si parla quindi non passa per il consiglio comunale) del sindaco a questo scopo? Tra le cose, colpisce il divieto di “mantenere abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità” e di intrattenersi con le persone “con qualsiasi altro atteggiamento o modalità comportamentali, compreso l’abbigliamento, che possano ingenerare la convinzione che la stessa stia esercitando la prostituzione”.

ORDINANZA ANTIPROSTITUZIONE-2

È evidente che queste righe sono rivolte alle donne (il tutto è declinato al femminile) e che pertanto il sindaco ordina un abbigliamento e un comportamento “decoroso”; colpisce a mio avviso il qualunquismo dei verbi utilizzati: che significa “decoroso”? Cosa distingue un atteggiamento decoroso da uno che non lo è?

L’ordinanza si riferisce chiaramente al comportamento ma soprattutto all’abbigliamento: niente leggi che perseguono con maggiore intensità gli atteggiamenti inequivocabilmente criminali, niente incremento della vigilanza notturna, nulla di questo genere, nessun intervento fattivo e quantificabile: come sempre, a rimetterci sono le donne e un ideale di abbigliamento che non solo non è chiaro (sono quindi vietate le gonne? E di quale lunghezza? Sono vietate le scollature, e di quale profondità?) ma va a ledere la libertà individuale in nome di un decoro tanto ridicolo quanto anacronistico.

Per contrastare fenomeni come la prostituzione si interviene sull’abbigliamento delle donne, si puniscono le donne e la loro libertà di vestirsi, in linea con un ideale di società antica e patriarcale, oltre che paternale, che purtroppo non è nuovo a questa amministrazione comunale. La stessa amministrazione che magari critica ferocemente chi per cultura porta l’hijab.

Un’ordinanza del genere sembra girare intorno all’argomento piuttosto che risolverlo, utilizzando per altro tematiche ed espedienti che vorrei vedere superati da chi dovrebbe rappresentarci.

*vicepresidente Terni Valley

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