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Fondi del Pnrr per Terni, il Pd comunale: “Troppe zone d’ombra”

Il Partito democratico dopo lo stanziamento delle risorse dal ministero: “Nuovo anno e vecchi vizi: si intestano soldi del secondo governo Conte”

Segreteria comunale del Partito democratico 

 Il nuovo anno parte con vecchi vizi. Palazzo Spada col solito registro trionfalistico informa la cittadinanza che arriveranno 18 milioni di euro per realizzare o terminare opere importanti e opere manutentive, molte camuffate dalla voce “riqualificazione”. L’elemento però che ci riporta subito all’anno appena concluso, ma anche ai due che lo hanno preceduto, è l’auto attribuzione: in questo caso ci si è intestati, come ben spiegato dai consiglieri del Partito Democratico unitamente a quelli del Movimento 5 Stelle, il merito di fondi non solo stanziati dal secondo governo Conte, il governo giallo/rosso, ma che i rappresentanti di destra avevano fortemente criticato.

Ben vengano questi fondi, predisposti con lungimiranza, molto utili per la città, ma salta subito all’evidenza che parliamo solo di briciole. Oltretutto facendo credere che 18 milioni sono quelli che arriveranno, mentre si tratta della cifra messa a disposizione: a patto che tutti i progetti vadano in porto, che non ci siano errori procedurali, che l’ente comunale riesca a rispettare i tempi. Nessun merito fin qui, dunque, si vedrà in futuro.

Salta visibilmente agli occhi che non c’è alcuna menzione su innovazione, Università e alta formazione, temi su cui la città avrebbe tutte le premesse per diventare un polo competitivo a livello nazionale. Non a caso questa è l’amministrazione che ha liquidato il Consorzio per lo sviluppo del polo universitario e la Fondazione cellule staminali, gettando di fatto alle ortiche il progetto Terni città universitaria, che con impegno il centro sinistra aveva costruito e implementato per un ventennio. Non solo, ma “con particolare soddisfazione”, notizia di oggi 4 gennaio, Melasecche informa dell’approvazione della proposta di trasformare centro di ricerca e cura attrezzato come l’Ex Milizia, che non sono stati in grado di far decollare, in un dormitorio, utilizzando addirittura 5 milioni di fondi europei.

Non c’è traccia di progetti per la salvaguardia ambientale, elemento che lascia increduli, se calato sulla città di Terni, con i suoi enormi e noti problemi. Non un progetto di riforestazione, dopo la massiccia strage di alberi messa in atto. Non ne parla la vice sindaca Salvati, pur trattandosi di materia sua e pur essendo lei una funzionaria di Arpa.

In poche e frettolose righe sul parco di Cardeto, si parla di 600 mila euro, che però secondo il Comitato di zona erano già stati promessi diversi mesi fa proprio da Salvati nel corso di un incontro. Sarebbe opportuno che venissero fugati i dubbi legittimamente espressi, anche alla luce del fatto che la stessa assessora aveva promesso che il parco sarebbe stato riconsegnato a fine 2021.

Non si parla delle enormi opportunità legate all’Umbria Film Commission, di cui il Comune è socio fondatore, e che sembra essere stata al momento fagocitata da Perugia. Un motore dal potenziale enorme, per il turismo, per la cultura, per tecnici e maestranze, artigianato e imprese, servizi e strutture ricettive, dalle ricadute economiche enormi.

Sono tanti gli elementi di perplessità, le zone d’ombra e i passaggi vaghi e sfumati. Il proseguire della Giunta Latini con operazioni di auto intitolazione e incensamento come uniche azioni lascia trasparire tutta l’effimerità e la vacuità dell’azione governativa. È anzi evidente un affastellamento di progetti alla rinfusa pescati a caso da quanto, ancora una volta, ereditato; l’assoluta mancanza di una progettualità organica derivante dall’assenza di una visione di città. Questa incapacità si traduce nella perdita di una gigantesca e probabilmente irripetibile occasione rispetto al potenziale del PNRR, occasione soprattutto rivolta alle giovani generazioni: non a caso lo strumento finanziario è stato chiamato NextGeneration.

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