“Dieci ore per una lastra nel girone infernale del pronto soccorso di Terni fra ritardi e frasi razziste”
La testimonianza di Gianfranco Mascia, esponente di Europa Verde: “Ecco la conseguenza dei tagli alla sanità pubblica in Umbria che hanno portato alla chiusura di ospedali come quello di Amelia”
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Gianfranco Mascia, co-portavoce regionale e responsabile nazionale comunicazione di Europa Verde, in cui l’ecologista racconta come per una lastra sua moglie sia stata 'sequestrata' dal Pronto Soccorso di Terni.
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Anche mia moglie, come il Veglio di Creta dell’Inferno dantesco, ha purtroppo il piede destro fragile e se lo è fratturato. E proprio come il Veglio, è capitata in un girone infernale: quello del pronto soccorso di Terni. Malgrado un intervento riuscito nell’eccellente reparto ortopedico dello stesso ospedale, sono stati i controlli post-operatori a causarle problemi, con forti dolori e lividi. Dopo una notte insonne, domenica (20 agosto, ndr) siamo tornati nel girone del pronto soccorso di Terni dove, alle 11.30, mia moglie è stata “sequestrata” prima per 6 ore, quando mia figlia è riuscita a portarle una bottiglietta d’acqua e un po’ di conforto.
Poi alle 14, mia moglie mi ha scritto: Portami via da qui, che c'è anche una razzista. A tenere discorsi razzisti e offensivi è stata una dottoressa che, rivolgendosi a una paziente bisognosa di assistenza, chiedeva: “Lei non è venuta su un barcone, no? E non ha la pelle nera, giusto? E cosa si aspetta? In Italia ci si occupa solo dei migranti!”. Frasi già gravi se pronunciate da una persona qualsiasi, ma gravissime sulla bocca di chi ha pronunciato il giuramento di Ippocrate, un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni.
Questa situazione ha aggiunto ulteriore stress al già caotico ambiente del pronto soccorso, sotto pressione per i numerosi pazienti in codice rosso e arancione. Alla fine mia moglie è stata dimessa alle 21.30, dopo un’attesa di 10 ore per una lastra. La legge del contrappasso: a sbloccare la situazione, un medico di origini straniere appena entrato nel suo turno, in sostituzione della collega di cui sopra.
Scrivo queste righe mentre, già da 4 ore, aspetto che stamattina (ieri, 21 agosto) siamo dovuti tornare, mia moglie sia visitata da un ortopedico. Con noi, altri 8 pazienti hanno appuntamento alla stessa ora. Eppure, lo scorso20 maggio, il direttore sanitario della Asl 2 aveva affermato che i tempi di attesa si erano ridotti. Le decine di pazienti sequestrate nel girone infernale del pronto soccorso di Terni dissentirebbero. E il direttore dovrebbe aprire un’indagine sulle esternazioni razziste di alcuni suoi medici.
Ecco la conseguenza dei tagli alla sanità pubblica in Umbria che hanno portato alla chiusura di ospedali come quello di Amelia, che avremmo preferito frequentare, visto che abitiamo a Penna in Teverina, se fosse rimasto aperto. Su questo continueremo a dare battaglia.
*co-portavoce regionale e responsabile nazionale comunicazione Europa Verde