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Terni, la sfida del futuro: trasformarsi in una smart city dei diritti umani

Il blog del professor Giampiero Raspetti. “Energia rinnovabile, chimica verde e cultura sono obiettivi per tutti. Ma solo Terni ha al mondo un patrono, Valentino, che si è battuto ante litteram rispetto a tutto e a tutti per quelli che noi adesso definiamo diritti umani”

La città cambia ormai con modalità nuove. I passi delle trasformazioni sono accelerati, le cadenze insistenti. Le innovazioni, secoli fa, non si percepivano se non dopo decenni, mentre quelli di decenni fa, arrivavano lentamente, tanto da permettere ad ogni generazione di raccontare cose, fatti e mestieri della propria gioventù di cui si era persa, ormai, ogni traccia. Delle trasformazioni attuali, che la recente tecnologia digitale rende smisurate, sarà, per moltissimi di noi, difficile riuscire ad afferrare l’intera portata. I giovani, in particolare, perdono sempre più il contatto con le generazioni che li precedono, quindi sono soggetti a idee e passioni spesso lontane dalle nostre capacità di comprensione. La crasi provocata anche soltanto dall’uso dei telefonini crea problemi serissimi, rispetto ai quali siamo obbligati ad interessarci, studiare, capire, tentare di risolvere. Già adesso siamo, spesso, davanti a lutti generati, in particolare tra i giovanissimi, dal partecipare attivamente alle correnti, spesso subdole e violente, forme comunicative. I giovani trovano, nel telefonino, un mondo che li ricovera. Lì insolite amicizie, inedite esperienze, nuovi impegni e desideri, attuali grandissimi problemi. La nuova città anche di questo dovrà tener conto: quasi a nulla valgono oggi strade nuove, cosette vetuste, rimedi imbellettati.

Rimarrà sempre, in una città, la dimensione politico-spirituale e quella lavorativo-produttiva, otium et negotium. E sarà ancora fucina di interazione di pensieri, speranze, credenze e suggestioni. Ancora il luogo ove si sogna, si immagina, si dialoga ed anche quello dei mestieri e delle arti, degli studi e degli esperimenti, ma il suo bisogno conoscitivo e comunicativo si è, ormai, esteso oltre ogni limite prima pensabile, oltre ogni confine. Nell’ultima parte della sua storia che noi conosciamo l’interazione tra cose immateriali e cose materiali si trasforma in una combinazione sempre più creativa di bit e di atomi. Il mondo digitale che già oggi viviamo sta trasformandosi, giorno dopo giorno, in digitale personalizzato, ovvero utilizzabile individualmente, non solo nei luoghi dove ci siano schermo e tastiera, interfaccia, in molti casi, superata. La connessione, dai servizi per la casa all’e-commerce, ma anche per qualsiasi altro uso o scopo, può averla anche il singolo, in maniera autonoma, bastandogli il suo smartphone.

La vecchia città elimina dunque completamente le sue moenia, diventando, insieme ai suoi abitanti, città del mondo, in un momento in cui lo stesso mondo si lascia racchiudere nelle sue mura.

Terni dovrà allora diventare rapidamente una smart city vera e propria, una città nella quale i suoi abitanti dovranno, anch’essi, divenire cittadini intelligenti. Cosa saremo dunque noi? Saremo quello che persone colte e capaci sapranno dirci, mentre stando al rimorchio degli antidiluviani peggioreremmo sempre più fino a ridurci al paesino che eravamo prima della rivoluzione industriale.

Sarebbe bello connotarci come città dell’energia rinnovabile, ma questa caratterizzazione dovrà per certo essere la stessa in tutte le città, se vogliono sopravvivere. Ugual considerazione anche per una generica città della chimica verde ed una altrettanto generica città della cultura. Terni dovrà essere anche tutte queste città, ma gode di una sua particolarissima unicità. Su questa occorre puntare.

Terni è, per nascita, per tradizione, per collocazione geografica, per vita vissuta, quella che possiamo definire la città della solidarietà, dell’accoglienza, in breve dei diritti umani.

Solo Terni ha, al mondo, un patrono, Valentino, che si è battuto, ante litteram rispetto a tutto e a tutti, per quelli che noi adesso definiamo diritti umani. Ed è a partire da questo preziosissimo elemento, oltre alle ingenti risorse del nostro territorio quali ambiente, forte senso della socialità e qualità della vita, che sarà possibile ridisegnare una identità nuova e al tempo stesso vera della città, per consegnarle una sua nuova dimensione, un futuro su cui puntare.

Terni può ritrovare se stessa riscoprendo le sue radici più autentiche e proiettando la crescita del suo organismo sociale verso le sfide innovative della difficile modernità che il mondo sta vivendo.

La nostra città, intanto, si è già strutturata (autonomamente nel senso che molti cittadini ed amministratori non si sono ancora accorti di niente) lungo due direzioni fondamentali, il nuovo cardo e il nuovo decumano. L’anima di Terni è rappresentabile con Valentino di Terni (nuovo cardo), la mente con Virgilio (nuovo decumano). Lo analizzeremo nel prossimo articolo.

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