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“La Manchester italiana è sparita da anni e quella che rimane è in una fase di transizione dal futuro non chiaro”

Il blog di Gampiero Raspetti: “Terni deve puntare sul meglio delle doti di cui è naturalmente e storicamente dotata. In merito a questo, che è moltissimo, nessuno potrà mai farci concorrenza”

La crisi viene da lontano e Terni è una città che si sta spegnendo anno dopo anno, causando, in questo, anche non lievi difficoltà per il territorio che la circonda.

Se questo assunto appare credibile, nessuno può, allora, venir meno all’esigenza di cominciare a studiare come poter risolvere la situazione. Non tutti sanno far tutto, questo è vero, ci sono però alcune persone che si auto eleggono come responsabili e disponibili alla bisogna. Hanno militato in qualche partito, sono stati eletti e nominati, anche ai massimi livelli. È del tutto corretto dunque che a tali industriosi personaggi si chieda di provvedere decisamente all’inesorabile decadenza delle sorti cittadine; chiedere se siano in grado di capire quanto stia avvenendo oggi nel mondo e, di riflesso, le conseguenze che potremmo subire anche noi e come risolvere tutto al meglio. Sarebbe anche opportuno adombrare garbatamente se, invece, non si siano ancora accorti di niente.

Potremmo chiedere se, ad esempio, abbiano notato quanti mestieri siano spariti e quanti stiano per sparire e cosa pensano di proporre alle persone che inevitabilmente perderanno lavoro perché quello in cui si industriano non c’è più, perché la loro azienda ha chiuso i battenti o perché i prodotti che vendevano stanno seguendo tutt’altra linea commerciale e a prezzi del tutto inferiori. E come pensano debbano cambiare città, quartiere, campagna proprio in relazione alla grande rivoluzione digitale, ambientale, sanitaria, e commerciale in atto. Sarà bene anche specificare a tutti che l’assenza di una prospettiva per il futuro costituisce oggi una vera e propria condanna a morte per la terra che si amministra.

Non potremo invece essere di grande aiuto nei confronti di chi, per far vedere che sta facendo qualcosa, tende solo a rappezzare l’ordinaria amministrazione in quanto tale strategia è valida solo per città fiorenti, ma non dove la città sia in bilico, non abbia una immagine, non sia più riconoscibile. Da noi, nel frattempo, tutto tace, come se nulla fosse, come se la nostra fosse una città rigogliosa ed in piena fioritura.

Intanto i negozi falliscono, i giovani emigrano, le aziende vanno in rovina, gli uffici chiudono o dislocano.

E noi, cosa suggeriamo di fare? Fare politica, non partitica! Noi non chiediamo, a chi collaborerà o a chi già si impegna con noi, il personale orientamento partitico, ma solo quanta lana da filare insieme a noi possa avere.

Si tratta, a ben vedere, di imporre un unico elemento, la cultura, e di servirsi del metodo della scienza, quello matematico. Non il metodo delle chiacchiere in politichese che si rifà sempre ad un principio di autorità. Un teorema di matematica ricerca, come si sa, non di essere considerato come verità assoluta perché, magari, di natura divina, ma di essere compiutamente smentito, quindi migliorato, validato scientificamente, progressivo e all’altezza dei tempi attuali: chiara ipotesi, chiara tesi, lucida dimostrazione. Non parla di cose belle o brutte, convenienti o disdicevoli, di impressioni o di suggestioni, di altri fatti, diversi o analoghi, ma di fatti sicuramente veri o sicuramente falsi. E così noi faremo.

Dopo questa ampia premessa, posso dare adesso breve inizio alla parte progettuale che espleteremo nei futuri articoli: noi pensiamo che la crisi effettiva derivi soprattutto da quello che non si vede o non si riesce a vedere, cioè la colpevole sepoltura tombale di ricchezze territoriali, materiali ed immateriali, che molti ignorano e che noi invece riteniamo di immenso valore tanto da averle poste come fondanti del nostro progetto, quello che vorremmo condividere con voi.

La Manchester italiana è sparita da moltissimi anni e quella che rimane è in una fase di transizione dal futuro non chiaro, ma che potrebbe riservare sorprese non piacevoli. Pensare ancora di poter essere competitivi con chi, al mondo, lavora come o meglio di noi e con costi assolutamente inferiori ai nostri è illusorio e dileggiante.

Dobbiamo allora puntare esclusivamente sul meglio delle doti di cui siamo naturalmente e storicamente dotati. In merito a questo, che è moltissimo, nessuno potrà mai farci concorrenza.

Seguiteci e vedrete quante siano le vere ricchezze del nostro stupendo territorio, tutte di massimo valore, alcune addirittura di livello assoluto che nessun altro Paese ha o nemmeno sognerebbe mai di poter possedere.

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