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La “rivoluzione” di Umbria film commission: corsi (a pagamento) per elettricisti e macchinisti

Quota di iscrizione da 122 euro per i residenti nel territorio regionale e doppia per chi viene da fuori: ecco i motivi dell’ennesima opportunità mancata

Secondo Wikipedia, in Umbria sono stati girati 32 film, da Acciaio (1933) a Vivere in pace. Ma l’enciclopedia on line dimentica pellicole di successo come Il Marchese del Grillo, Il Tormento e l’estasi e altri. Segno, inconfutabile, che tra il cuore verde d’Italia e la settima arte c’è un filo rosso solidissimo. Conferma ne è il successo che sta continuando ad avere Don Matteo che, nella sua ultima puntata, ha fatto registrare numeri da record.

Il cinema è insomma, da sempre, una di quelle strade da percorrere per raggiungere la meta di quello sviluppo “alternativo” che affranchi l’Umbria dalle direttrici che fino ad ora l’hanno costretta senza farla crescere e diventare “grande”. Per dire, ai primi cinque posti delle aziende per fatturato in Umbria, tre si occupano di grande distribuzione alimentare. Quindi, riuscire a sviluppare un settore che crei lavoro, che sostenga il turismo e che formi professionalità, dovrebbe essere un obiettivo primario e condiviso.

Ed infatti, questo – almeno sulla carta – dovrebbe essere l’obiettivo della “risorta” Umbria film commission.

Tralasciando il passato, più o meno recente, di questa agenzia regionale, e i risultati raggiunti nel corso degli anni, il “nuovo corso” poteva e doveva lasciare ben sperare. Soprattutto per Terni che, negli ultimi anni, ha sofferto e non poco lo “smacco” degli Studios di Papigno, che dal premio Oscar sono precipitati nel più totale abbandono.

La rediviva agenzia regionale ha sfornato in queste ore un formidabile cilindro dal cappello. Una nota stampa informa che Ufc, attraverso Tatics group, promuove dei corsi di formazione professionale per chi vuole lavorare nel cinema. Nello specifico si tratta di “corsi professionali per la figura di macchinista di scena ed elettricista per lo spettacolo”. La nota aggiunge ancora che i corsi si terranno a Terni dal 13 giugno presso i teatri di posa del centro multimediale (qualcuno si è ricordato della sua esistenza) e che per partecipare è prevista “una piccola quota di iscrizione”. Ossia, 122 euro per i residenti in Umbria e 244 per chi viene da fuori.  

Spulciando il bando si scopre che – comunque – la quota di iscrizione dà diritto ad un caschetto, ad una borraccia, alla pettorina, a guanti e pantaloni da lavoro e anche ad una t-shirt. Bene.

Solo che, in un momento di crisi come quello che si sta vivendo, di fronte alla situazione per cui la metà delle aziende che cerca professionalità adeguate alle mansioni richieste, non riesce a trovarle e con l’obiettivo di sviluppare un settore come quello cinematografico che potrebbe riservare belle sorprese ad una larga fetta del comparto economico regionale, un corso a pagamento sembra un paradosso.

Sarebbe stato più lungimirante (forse) prevedere una dotazione – anche minima – di fondi così da garantire ad un numero congruo di persone di potersi formare senza dovere per forza mettere mano al portafogli. E magari, nel pacchetto che Ufc avrebbe speso per attrarre produzioni in Umbria, si sarebbe potuta inserire anche la disponibilità di tecnici formati a livello professionale. Senza dimenticare, purtroppo, che ogni produzione fa lavorare le figure “storiche” a cui si affida. Ragion per cui, chiedere soldi per diventare elettricisti e macchinisti stona ancora di più. Ma tant’è.

Tanto, tutto, dipende dal film che si vuole proiettare e soprattutto dal finale a cui si vuole assistere.  

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