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Coronavirus, la testimonianza: “Solo chi può pagarsi un tampone può vivere la sua vita. L'incredibile vicenda di due coniugi ottantenni”

Il consigliere comunale di Narni Luca Tramini sul tema legato ai tracciamenti: “Non si contano più le segnalazioni di disservizi e di assurdità di questo periodo”

Il sistema di tracciamento dei contatti è stato messo a durissima prova, in questa nuova fase dell’emergenza sanitaria, in tutta la penisola. L’impennata di casi di contagio da Coronavirus ha comportato un aumento esponenziale anche di persone che sono state a contatto ‘stretto’ con un soggetto, risultato positivo al tampone. Il consigliere comunale di Narni Luca Tramini racconta cosa è accaduto ad una famiglia del territorio narnese.

“La Lega ci accusa di fare terrorismo mediatico quando invece è del tutto evidente il caos dovuto ad un tracciamento ormai completamente saltato” esordisce il consigliere pentastellato. “La prima e più grave conseguenza sta nel fatto che chi può permettersi di pagare per un tampone privato può proseguire la propria vita. Tutti gli altri entrano in un limbo senza via d’uscita. Se poi vivete nel sud dell’Umbria lasciate proprio ogni speranza”.

La vicenda raccontata da Tramini: “Non si contano più le segnalazioni di disservizi e di assurdità di questo periodo. L'ultima in ordine di tempo ci è arrivata dal figlio di due coniugi ottantenni che si sono recati, come da telefonata dell'Asl, ad effettuare il tampone nella postazione drive through di Maratta. "Dopo ore di fila - racconta la figlia dei due coniugi - solo mia madre ha potuto eseguire il tampone, mentre mio padre non risultava nell'elenco in mano agli operatori. La stessa situazione si è ripetuta anche in altre famiglie e nel mio stesso nucleo familiare dove mio figlio era rimasto fuori dal tracciamento. In quel caso, fortunatamente, dopo un po' di insistenza e di attesa, anche lui è stato inserito e ha potuto effettuare il tampone".

Secondo Luca Tramini: “Tutto ciò ha dell’assurdo. Che senso ha fare il tampone solo ad un coniuge e non all'altro? Quando poi, trattandosi di due persone conviventi, anche l'altro verrà richiamato e dovrà quindi nuovamente recarsi al drive through? Questo sarebbe il tracciamento?” si chiede. “L'incredibile vicenda si è chiusa con una segnalazione da parte della donna e relativa risposta dell'Asl che ha ammesso il disguido, confermando l'assurdità del fatto che il marito, in quanto convivente, non fosse stato sottoposto al tampone, con il rischio che una volta arrivati a casa sarebbero stati nuovamente richiamati”.

Riflessioni e margine. “Questa storia è solo l'ennesima conferma di come la presidente della Regione, Donatella Tesei, e l'assessore veneto della sanità umbra, Luca Coletto, abbiano distrutto ogni livello della nostra sanità pubblica. Sono passati ormai due anni dall'inizio della pandemia e siamo ancora in alto mare. Oltretutto veniamo tacciati di fare terrorismo mediatico. Qualcuno dovrà pagare per tutto questo. È ora che la maggioranza leghista abbia la decenza di ammettere le proprie colpe e la propria incompetenza e che finalmente se ne vada a casa”.

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