Vende azioni “illiquide”, banca condannata a risarcire il cliente: la sentenza del tribunale di Terni
La decisioni nei confronti della Cassa di risparmio di Orvieto che ha offerto i titoli della Popolare di Bari a uno dei suo correntisti: “Ci auguriamo fortemente che d’ora in poi tutti i risparmiatori coinvolti possano ricevere giustizia”
Il tribunale di Terni ha condannato la cassa di risparmio di Orvieto a risarcire un risparmiatore che aveva sottoscritto un contratto per l’acquisto di azioni dell’ex Banca popolare di Bari.
L’accordo risale al 2009 e prevedeva l’acquisto di un totale di 7.223 titoli dell’istituto popolare pugliese. “Nella sentenza, il giudice evidenza il carattere illiquido delle azioni in questione e gli obblighi informativi a carico dell’intermediario”, questo il commento dell’Unione nazionale consumatori dell’Umbria sul risultato conseguito dagli avvocati Leonardo Di Russo e Annalisa Cannetto.
In estrema sintesi, nel suo provvedimento il giudice Luca Ponzillo dice che per quegli strumenti finanziari sussistevano difficoltà di smobilizzo a condizioni significative, ossia che per l’investitore ci sarebbero stati ostacoli o limitazioni allo smobilizzo entro un lasso di tempo ragionevole, a condizioni di prezzo significative. Insomma, acquistati ad un valore di circa 9 euro ad azione, quei titoli non avrebbero garantito un affare per il sottoscrittore dell’accordo.
“Ci auguriamo fortemente che d’ora in poi – dice ancora l’Unione nazionale consumatori - tutti i risparmiatori coinvolti possano ricevere giustizia”.