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Cronaca

Carcere ad alta tensione, detenuto distrugge la sua cella e si procura tagli su tutto il corpo

Ennesimo episodio nella casa circondariale di Terni, la denuncia del Sappe: arrivi settimanali di detenuti con patologie psichiatriche che mettono a dura prova il personale di polizia penitenziaria, siamo la discarica del provveditorato

Resta altissima la tensione nella casa circondariale di Terni. La denuncia è del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe che attraverso il segretario nazionale per l’Umbria, Fabrizio Bonino, racconta l’ultimo episodio andato in scena a Sabbione.

“Ieri sera un detenuto italiano di origini toscane, già noto alle cronache per aver creato disordini al carcere di Firenze Sollicciano, con palesi problemi psichiatrici, per futili motivi ha distrutto la propria cella, sradicando i sanitari, il termosifone, distruggendo tavolo e sgabelli, allagando perciò mezza sezione detentiva. Il detenuto si è anche procurato tagli autolesivi su tutto il suo corpo, minacciando tutti coloro che cercavano di calmarlo, lanciando anche tutto ciò che aveva distrutto fuori dalla cella. Solo dopo alcune ore, grazie all'intervento di un commissario di polizia penitenziaria fuori servizio e del personale presente che si è trattenuto sul posto di lavoro oltre il proprio turno, si è riusciti a riportare il detenuto alla ragione verso l’una di notte”.

Bonino denuncia come “la casa circondariale di Terni oramai è diventata la discarica del provveditorato della Toscana e dell’Umbria, con arrivi settimanali di detenuti con patologie psichiatriche che mettono a dura prova tutto il personale di polizia penitenziaria. Questo sindacato chiede con forza che al verificarsi di episodi come quello di ieri sera o come quello di qualche giorno fa, il detenuto venga trasferito nel giro di pochi giorni, come avviene normalmente negli altri istituti del provveditorato, per dare un segnale di attenzione al delicato lavoro che svolge il personale, permettendo così di farlo operare con minori rischi possibili e maggiore serenità”.

Per il segretario generale del Sappe, Donato Capece “servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. I numeri degli eventi critici accaduti nelle carceri italiane nel primo semestre del 2021 sono allucinanti: 5.290 atti di autolesionismo, 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi e 738 sventati dalla polizia penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade dietro le sbarre. Le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha allargato a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria”.

Il leader nazionale del Sappe denuncia, infine, come “la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza dell’Istituto. Il personale di polizia penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave che, pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti psichiatrici, le autorità competenti non sia ancora state in grado di trovare una soluzione”.

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