Carcere di Terni, detenuto muore dopo la rissa: “Le grida di allarme continuano a essere inascoltate”
I fatti avvenuti sabato sera. Il Sappe: “Penitenziari invivibili e pericolosi”. Parole anche dal Sarap: “Situazione lavorativa ormai insostenibile”
Ancora tensioni nel carcere di Terni, dove un detenuto si è tolto la vita al termine di una rissa andata in scena sabato sera. A denunciare il fatto è il Sappe, il sindacato autonomo polizia Penitenziaria, per voce del segretario nazionale dell’Umbria Fabrizio Bonino: “Nella serata di ieri, una rissa tra detenuti di origine nord africana mette in subbuglio un'intera sezione nel padiglione della media sicurezza. I quattro, presumibilmente ubriachi, prima hanno discusso tra di loro e poi, all'intervento della polizia penitenziaria, hanno aggredito i colleghi con schiaffi e pugni, lanciandogli contro qualsiasi tipo di oggetto, perfino bombolette del gas e addirittura maglie insanguinate. Dopo qualche ora e grazie alla professionalità il Personale, rientrato in servizio in un sabato pomeriggio che poteva essere dedicata alla famiglia, è riuscito a riportare la calma. Calma apparente purtroppo. Uno dei due autori della rissa, infatti, mentre era stato spostato in una cella per essere trasferito nell'istituto di Capanne si è impiccato. Vano è stato l'intervento immediato del personale e dei sanitari”.
“Non ci sono più parole per descrivere le gravi condizioni di disagio lavorativo in cui versa la Polizia Penitenziaria - denuncia Bonino, scosso per la morte dell’uomo -. Le quotidiane grida d'allarme del Sappe continuano a rimanere incredibilmente inascoltate dai preposti vertici istituzionali: solo proclami e belle parole, ma, di concreto, il nulla. È scandaloso che nel 2023 vi siano ancora persone indegne che usano la violenza per cercare di sovvertire il sistema istituzionale all'interno dei penitenziari mirato alla risocializzazione del detenuto, ma in rispetto delle regole. Fortunatamente in carcere ci sono anche persone che si dissociano da questi atteggiamenti violenti e cercano nello studio e nel rispetto reciproco la loro ragione di vita”.
Donato Capece, segretario generale del Sappe: “È una tragedia che un uomo in carcere si tolga la vita, sempre e comunque. La situazione è diventata allarmante per la polizia penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. Servono risposte ferme da parte del Dap, anche destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione. È fondamentale dare corso a riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale, a cominciare dall’espulsione dei detenuti stranieri, specie quelli che, ristretti in carceri italiani, si rendono protagonisti di eventi critici e di violenza durante la detenzione”.
Intervento per la situazione nel carcere di Terni arrivato anche dal Sarap: ““A Terni la situazione lavorativa è ormai insostenibile il malumore dei poliziotti è ai limiti. Il Sarap mostra piena solidarietà per i colleghi aggrediti e per tutto quel personale che ormai è costretto ad operare in condizioni sempre più precarie. Per questo il 12 ottobre ci vede costretti a scendere in piazza davanti al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria a Roma”.