rotate-mobile
Cronaca

Botte, aggressioni e cinque agenti in ospedale: un’altra giornata di fuoco nel carcere di Terni

Due detenuti si scagliano contro i poliziotti penitenziari, l’allarme della Cgil: poco personale e con un’elevata età anagrafica. La deputata Elisabetta Piccolotti: istituire subito una Rems in Umbria

I fari della cronaca puntano ancora sul carcere di Terni, teatro di quella la Fp Cgil definisce una “ennesima giornata di fuoco” dietro le sbarre di vocabolo Sabbione.

Prima i fatti. Nella mattinata di ieri, un giovane detenuto in segno di protesta contro il trasferimento in un altro istituto di pena, “ha pensato bene di aggredire alcuni tutori dell’ordine, mandandone in ospedale tre”. Il sindacato ricostruisce ancora quanto accaduto nel primo pomeriggio: “Un altro ristretto, che solo pochi giorni fa aveva aggredito un’infermiera, quando non si è visto consegnare alcuni oggetti depositati al casellario, si è scagliato contro diversi operatori che a fatica sono riusciti a contenerne la furia. Bilancio: altri poliziotti refertati presso il presidio Usl interno e altri due che sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso”.

Claine Montecchiani, delegato Fp Cgil della casa circondariale, e Valentina Porfidi, segretaria generale della Fp Cgil di Terni rilevano che “non è la prima volta che la prestanza fisica e la violenza di giovani reclusi, spesso con problemi psichiatrici ed avvezzi a menar le mani, hanno la meglio su un personale carente numericamente e dalla elevata anzianità anagrafica. Non è la prima volta che denunciamo la miope indifferenza dei superiori uffici che hanno fatto di Terni la valvola di sfogo degli istituti toscani. Non è la prima volta che che torniamo a lamentare una grave carenza di organico, non solo della polizia penitenziaria, ma anche del personale educativo e del personale sanitario dell’Usl. Non è la prima volta - insistono - che auspichiamo un cambio di rotta sulla gestione delle politiche penitenziarie, anche con riferimento a un non più rimandabile investimento nella psichiatria specialistica e nelle relative strutture”.

“È la prima volta, però - rimarcano i due sindacalisti - che ci rivolgiamo direttamente ai vertici dell'istituto, con particolare riferimento al direttore e al comandante, ai quali chiediamo un intervento serio nei confronti di Prap e Dap. Pur coscienti che dirigenti e funzionari dello Stato, nell'ambito del rispetto dell'ordine gerarchico, non possono censurare l’operato dei superiori, ai quali non potranno ma dire di no, che almeno evitino di dire sempre e comunque di sì, sulle spalle dei lavoratori”.

“Per una volta non vi limitate a curare le carte - è l’appello della Fp Cgil - vi chiediamo di continuare a lavorare con la lealtà e la professionalità che vi riconosciamo, ma senza dimenticare le vostre donne e i vostri uomini. Un ultimo pensiero di ringraziamento va a quel personale che per difendere i colleghi e mantenere l'ordine anche stavolta torna a casa meno sano di quanto non sia uscito stamattina”.

E il problema della carenza di personale così come i rischi legati alla gestione di detenuti “psichiatrici” sono stati evidenziati dalla parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra, Elisabetta Piccolotti, che assieme al consigliere comunale di Senso civico, Alessandro Gentiletti, sabato scorso ha effettuato una visita nella casa circondariale di Terni.

“Nonostante gli sforzi e l’impegno del personale, la casa circondariale di Terni sconta problematiche strutturali che non garantiscono l’adeguata cura alle persone recluse”, ha detto Piccolotti dopo aver avuto colloqui con l’amministrazione penitenziaria.

“In primo luogo la carenza di personale penitenziario ed educativo, dall’altra l’alto tasso di persone con problemi psichiatrici, espongono i detenuti ad una situazione di disagio e stress che porta molto spesso ad episodi di violenza ed autolesionismo, fino alle estreme conseguenze: sono stati due i casi di suicidio nel 2022 e uno sabato scorso. Togliersi la vita è una scelta intangibile che non può compresa fino in fondo, ma è dovere dello Stato dare tutto il supporto possibile alle persone costrette sotto la sua tutela”.

“In Umbria mancano e strutture sanitarie che si prendano in cura chi ha commesso un reato e ha un disagio psichiatrico, una situazione che richiede una soluzione urgente e che allevierebbe il disagio di chi vive la condizione detentiva. Istituire una Rems in Umbria deve essere una priorità”.

“Il carcere di Terni, alla luce degli ultimi eventi critici, è divenuto una vera è propria giungla. L’incolumità fisica del personale di polizia penitenziaria – dice Roberto Esposito, segretario del Sarap, Sindacato autonomo ruolo agenti polizia penitenziaria - è a rischio. Come primo sindacato nell’istituto di Terni, chiediamo una urgentissima ispezione atta a verificare la completa assenza sulla gestione degli eventi critici, sulla assenza di relazioni e riferimenti con il personale lasciato solo e allo sbaraglio a fronteggiare tali eventi critici”. Per questo il Sarap “chiede ai vertici dell’amministrazione penitenziaria un urgente avvicendamento del direttore e comandante del reparto, affinché si possa ripristinare quella giusta serenità lavorativa che oggi vediamo compromessa a causa di assenza di protocolli utili dettati dalla direzione di Sabbione, per fronteggiare tali situazioni critiche che ormai sono all’ordine del giorno”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Botte, aggressioni e cinque agenti in ospedale: un’altra giornata di fuoco nel carcere di Terni

TerniToday è in caricamento