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Cronaca

Coronavirus, l’analisi: "Frenata appiattita, se si vuole scendere ancora servono più controlli o restrizioni"

Il nucleo epidemiologico dell’Umbria: prevalenza di varianti altissima che continua a destare preoccupazione. Tutti i dati e gli aggiornamenti

“Continuiamo con una lentissima discesa che però nell’ultima settimana si è appiattita”. L’analisi del nucleo epidemiologico dell’Umbria restituisce una fotografia in chiaroscuro rispetto alla situazione dell’emergenza Coronavirus sul territorio regionale.

Nel consueto punto stampa settimanale sono stati analizzati i dati relativi agli ultimi sette giorni. I numeri dicono dunque che l’Umbria prosegue la sua marcia di allontanamento dal virus. Ma esistono anche degli elementi che invitano alla prudenza.

Il primo è quello legato alla presenza di varianti che viene definita “altissima”, soprattutto per quello che riguarda la cosiddetta “brasiliana” rilevata nel 32% dei casi. Una presenza che “continua a destare preoccupazione” e che porta come conseguenza una frenata nella discesa dei contagi.

Tanto è vero che l’indice Rt dell’Umbria torna sopra quota 1 (1,01, con il Ternano a 0,9)0 e il Perugino a 1,07) a fronte di una media nazionale pari a 0,96. Seppure l’incidenza di casi ogni 100mila abitanti resta sotto la soglia d’allerta che l’Umbria a fissato a 200 casi.

Più nel dettaglio, nel distretto della Usl Umbria 1 è pari a 132,52 salendo a 144,19 nella Usl Umbria 2 per una media regionale di 137,36. Nel Perugino si attesta a 137,77 casi ogni 100mila abitanti, appena più alta rispetto ai 136,94 del Ternano. Per quanto riguarda i distretti della provincia, a Terni l’incidenza è attualmente pari a 158,18, Orvieto 138,53, Narni-Amelia 86,96, Valnerina 104. Preoccupa, a livello regionale, l’Alto Chiascio con una incidenza pari a 207 casi ogni 100mila abitanti.

“Se si vuole scendere ulteriormente – spiegano dal nucleo epidemiologico - servono più restrizioni oppure bisogna aumentare i controlli” con la speranza che comunque “i tre giorni di lockdown nazionale (nei prossimi giorni di Pasqua, ndr) portino a limitare contatti e contagi”.

Così da poter consentire all’Umbria di “slacciarsi il prima possibile – spiega l’assessore regionale alla salute, Luca Coletto - da lacci e lacciuoli che sono stati imposti per contenere la pandemia”.

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