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Cronaca

Coronavirus, nuovi parametri per le colorazioni di rischio delle regioni. Tesei: “Le più piccole rischiano di essere penalizzate”

All’interno del nuovo decreto Covid le novità per il green pass e le colorazioni delle regioni. La governatrice umbra: “Il Governo ha accolto in parte le richieste avanzate”

Ora è ufficiale. Dopo un dibattito molto vivace, tra le forze politiche, il certificato verde ovvero ‘Green pass’ diventerà obbligatorio – popolazione over 12 - per accedere a eventi sportivi, spettacoli all’aperto, concerti, fiere, congressi, ristoranti e bar al chiuso, cinema, teatri, palestre, piscine e centri termali, a partire dal prossimo 6 agosto. Le principali novità del Decreto Covid sono state illustrate nel corso della conferenza stampa, alla presenza del premier Mario Draghi, del Ministro alla Salute Roberto Speranza e del Ministro alla Giustizia Marta Cartabia.  

Il premier Mario Draghi ha ribadito l’importanza nell’aderire alla campagna di vaccinazione, aggiungendo che: “Il green pass non è un arbitrio ma una condizione per non chiudere le attività produttive. L'appello a non vaccinarsi è un appello a morire”. Altra novità riguarda il cambio di colorazione per fasce di rischio. “Abbiamo deciso in accordo con le regioni che il tasso di ospedalizzazione sarà il driver” ha affermato Roberto Speranza. “Una regione andrà in zona gialla solo quando il tasso di occupazione delle terapie intensive sarà pari al 10%. Contemporaneamente le ospedalizzazioni saranno pari al 15%. In arancione si va con terapie intensive con percentuale pari al 20 e contemporaneamente l’area medica al 30%. Infine una regione passerà in zona rossa con terapie intensive occupate ed ospedalizzazioni pari rispettivamente al 30 e 40%”.

La governatrice dell’Umbria Donatella Tesei, ha espresso le proprie perplessità, soprattutto su come potrebbero essere applicati tali parametri, ragguagliati alla dimensione di ogni singolo territorio: “Il Governo ha accolto in parte le richieste avanzate dalle regioni, cercando un compromesso tra quanto proposto dal Cts e dalla Conferenza delle regioni. Come Umbria – ha aggiunto all’Ansa - abbiamo fatto presente che le regioni più piccole, avendo numeri assoluti bassi, rischiano di essere penalizzate dal calcolo per il cambio di colore”.

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