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Cronaca

Il Consiglio di Stato richiude asili nido e scuole dell’infanzia in Umbria: “C’è il rischio della variante inglese”

Il dispositivo firmato dal presidente della terza sezione, Franco Frattini, ribalta la sentenza del Ter regionale: “Ripristino, fino al 21 febbraio 2021, della efficacia dell’ordinanza di chiusura temporanea anche degli istituti per l’infanzia e nidi”

“Il dipartimento di prevenzione del ministero della salute ha evidenziato che la cosiddetta ‘variante inglese’ a causa della maggiore trasmissibilità deve imporre l’isolamento di focolai e che vi è stata evidenza di aumento di contagi della variante inglese tra bambini e adolescenti; a seguito di tale indicazioni scientifiche, e della classificazione come ‘zona rossa rafforzata’ del territorio perugino, appare coerente – con la assoluta necessaria precauzione rispetto al contagio e alla necessità di non interrompere il piano vaccinale – la misura di sospendere fino al 21 febbraio 2021 anche i servizi scolastici per l’infanzia; in particolare per questi ultimi, è noto, che i bambini presenti nei locali degli istituti, vista la giovane età, sono esentati dall’obbligo delle mascherine, ma non per questo essi appaiono – dalle sopracitate evidenze scientifiche sulle ‘varianti’ del virus apparse in regione – immuni dal periodo di contagio, con connesso rischio di trasferimento in ambito familiare; tutto ciò considerato, va accolta l’istanza cautelare, con il conseguente ripristino, fino al 21 febbraio 2021, della efficacia dell’ordinanza di chiusura temporanea anche degli istituti per l’infanzia e nidi, impugnata in primo grado”.

È il “cuore” del dispositivo con cui la terza sezione giurisdizionale del Consiglio di Stato, con un decreto a firma del presidente Franco Frattini, ristabilisce la validità dell’ordinanza con cui la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, aveva stabilito la chiusura di tutte le scuole nella cosiddetta zona rossa rafforzata (la provincia di Perugia e sei comuni del Ternano, poi ridotti a due – per quindici giorni, ossia fino al 21 febbraio.

Il Consiglio di Stato ribalta dunque la sentenza che quarantotto ore fa aveva mandato in subbuglio mezza regione e con la quale si disponeva la riapertura dei nidi e delle scuole dell’infanzia. Un caos, che ora diventa ancora più confuso. Perché, se molti sindaci hanno emesso ordinanze che comunque mantenevano chiuse le chiuse, in alcune città – da Todi ad Amelia – si era al contrario provveduto ad attivare tutte le attività di sanificazione per far ripartire le scuole in sicurezza da domani, martedì 16 febbraio.

Ora, il Consiglio di Stato parla di “ripristino” dell’ordinanza della Regione e dunque le scuole tornano ad essere chiuse.

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