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Cronaca Giove

Lettera dalla (ex) zona rossa di Giove: siamo il paese più “tamponato” dell’Umbria, ma veniamo trattati come appestati

La libertà dopo il lungo isolamento causato dall’emergenza Coronavirus e poi quella sensazione “come se avessimo la lebbra”. “Siamo stati responsabili e rispettosi, adesso basta”

Giove è stata la seconda zona rossa, dopo la frazione di Pozzo di Gualdo Cattaneo, individuata in tutta l’Umbria. Il Comune è stato “isolato” per oltre tre settimane, i cittadini sono stati sottoposti a tamponi e test per verificare la diffusione del Covid19. Poi, domenica scorsa, l’ordinanza della Regione ha decretato la fine della zona rossa. Ma per i cittadini quella “sensazione” sembra restare. Pubblichiamo di seguito una lettera inviata da una residente che descrive la situazione in cui vive il paese.

Sono una cittadina di Giove, unico paese umbro con una prolungata zona rossa, dal 10 aprile al 3 maggio. La sera del 3, Giove era in grande festa: ci siamo sentiti all’improvviso tutti liberi, liberi di poter uscire di casa, di poter andare a fare la spesa come se fosse uno dei più grandi desideri... Un sogno bellissimo, rotto purtroppo poi dalla amara realtà che viviamo in questo periodo al tempo di Covid19...

Vi chiederete il perché... Perché mentre ci alziamo respirando quel pizzico di aria che sa di libertà, veniamo catapultati in una forte sensazione di “appestati”, come se avessimo la lebbra... All’improvviso, mentre ti rechi nella struttura ospedaliera dove hai una visita programmata, ti senti dire “Ah…no, se viene da Giove non possiamo accettarla”. O se ti rechi nei negozi dei comuni limitrofi, vieni guardato come untore, almeno leggendo i vari commenti.

Eppure, in tutta l’Umbria siamo il paese più “tamponato”, l’unico che può muoversi con la sicurezza di non aver il virus... Eppure, anche il prefetto vieta di recarsi nei comuni limitrofi per fare spesa...

Giove purtroppo ha solo un piccolo supermercato, non ha negozi per bambini o di scarpe o di alimenti speciali. E allora, cosa facciamo? Ci richiudiamo in casa? Dunque continua ancora la zona rossa? Noi ci auguriamo di no, perché i giovesi sono stati pazienti e composti nel rispetto delle regole.

Quindi vorremo dire al mondo che noi siamo persone consapevoli di cosa vuol dire essere responsabili e che nessuno dovrà aver paura di noi e che la zona rossa non vogliamo più viverla.

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