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Cronaca

Coronavirus in corsia, medici contagiati e beffati: neanche un euro per chi si ammala di Covid19

Sono 155 gli operatori sanitari in Umbria positivi al virus e attualmente in isolamento, 16 riguardano l'ospedale di Terni. Ma al momento sono esclusi dall’indennità prevista nell’accordo proposto dalla Regione ai sindacati

C’è eroe ed eroe. La narrazione ai tempi del Coronavirus ha ormai forgiato l’etichetta per tutti gli operatori sanitari. Lodando, giustamente, il durissimo lavoro svolto da medici, infermieri, Oss nella gestione dell’emergenza. Lavoro, per inciso, che è durissimo anche fuori dalle parentesi del Covid19. Ma tant’è.

Dalle parole ai fatti, il passo può però essere incerto. Perché per qualcuno di questi eroi, feriti in battaglia, oltre agli elogi, rischia di esserci davvero poco.

Prima i numeri. Ai circa 14mila operatori del sistema sanitario regionale sono stati effettuati 4.456 tamponi (rispetto ad un totale complessivo di circa 53mila test acquistati fino ad ora in Umbria), di questi 155 sono risultati infetti (1,2 percento) e si trovano attualmente in regime di isolamento. La velocità di contagio è piuttosto importante visto alla data del 27 marzo scorso i positivi erano 112. Quindi, in un mese, il numero è cresciuto di 40 unità, ossia – mediamente – una decina a settimana.

Rispetto al totale degli operatori sanitari, ad esempio, 16 casi positivi (14 a marzo e 2 ad aprile) sono stati rilevati all’ospedale di Terni dove – per precisione – alcuni contagi vengono definite come “importati” dall’esterno rispetto all’ambiente ospedaliero. Ad oggi, l’unico presidio sanitario a non avere restituito casi di positività e l’ospedale della Media valle del Tevere di Pantalla, interamente dedicato all’emergenza Covid19. Diciannove casi di positività, ancora, sono relativi ad operatori delle strutture residenziali per anziani, rispetto ad un numero complessivo di 2.327 professionisti e 898 tamponi effettuati nelle 70 strutture del territorio regionale.

Ora, in questi giorni si sta limando l’accordo tra Regione Umbria e sindacati per il riconoscimento della cosiddetta “indennità Covid19”, ossia il bonus che verrà riconosciuto agli operatori del servizio sanitario regionale. Si tratta di un fondo di circa 12 milioni di euro i cui contorni di massima sono stati già delineati.

Alla firma mancano ancora alcuni dettagli, ma tra le questioni da risolvere sembra non ci sia quella che – ad esempio – era stata sollevata dal Nursind Umbria, il sindacato delle professioni infermieristiche, che chiedeva di riconoscere il bonus anche al personale assente per Covid.

“Paradossale”, commenta il consigliere regionale del Partito democratico, Tommaso Bori. “Non ci vengono in mente altre parole per definire la proposta della giunta Tesei di escludere dall’indennità agli operatori sanitari chi si ammala a causa del Covid19 o in isolamento per contatti con un caso positivo. Assurdo inoltre che il calcolo dell’indennità sia sulla base della giornata lavorativa e non ad ore effettivamente lavorate, penalizzando i turnisti con un alto carico di lavoro, che fanno più ore in meno giorni di lavoro. La giunta regionale ha totalmente escluso dai bonus anche i medici specializzandi del nostro Ateneo che stanno reggendo interi reparti. Una scelta incomprensibile e contraria a quello che accade nelle altre Regioni, come la confinante Toscana o la vicina Emilia-Romagna. Stessa situazione per i tanti altri dipendenti psicologi, biologi, farmacisti e lavoratori con contratti in convenzione, immotivatamente tagliati fuori”.

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