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Cronaca

Coronavirus, arriva il picco di contagi e ricoveri: l’Umbria mette in moto il piano di salvaguardia

Incremento fino ad oltre 150 posti letto, più ricoveri anche all’ospedale di Terni. Il consulente Bertolaso: riaprire quanto prima l’attività didattica in presenza

Il picco di contagi e ricoveri da Coronavirus arriva a passi spediti. Il carico, secondo le proiezioni elaborate dalla task force regionale per la gestione dell’emergenza Covid19, ipotizza che tra la fine di novembre e la metà del mese di dicembre si potrebbe arrivar a 456 ricoveri e 111 pazienti in terapia intensiva. Stime che hanno spinto dunque la Regione Umbria a mettere in moto il piano di salvaguardia per tentare di alleggerire la pressione sul sistema sanitario regionale.

Il piano prevede dunque di attivare almeno 150 posti letto in più di cui 25 in terapia semintensiva, 40 terapie intensive, 14 terapie intensive presso l’ospedale di Civitanova Marche (per cui sta definendo la convenzione ma che potrebbero non essere necessari) e 58 posti letto Covid in Rsa.

Più nel dettaglio, le disponibilità saranno così suddivise: 37 posti letto saranno disponibili presso l’ospedale dell’esercito a Perugia, 20 nella “tenda” allestita dalla Croce rossa presso l’ospedale di Terni, 58 presso la ex clinica di Porta Sole a Perugia e 38 nell’ospedale da campo della Regione Umbria che sarà pronto intorno al 20 dicembre. Entro 45 giorni saranno disponibili 14 posti in terapia intensiva a Terni (terzo piano) oltre ad ulteriori 10 posti letto per acuti al piano terra sempre del Santa Maria.

L’incremento di posti letto dovrà corrispondere anche ad un aumento del personale. Per i posti letto ordinari le unità da recuperare sono 215: 43 medici, 80 infermieri e 25 Oss. Per le terapie intensive servono invece 48 medici anestesisti, 145 infermieri e 13 Oss. Nei giorni scorsi l’azienda ospedaliera di Terni ha ultimato l’iter per gli infermieri con contratti a tempo determinato con una graduatoria di 380 persone. Sono stati anche richiamati in servizio anestesisti andati in pensione da quattro o cinque anni (si tratta almomento di pochi professionisti), mentre si sta provvedendo a contrattualizzare gli specializzandi (12 o 13 al momento).

“Ci stiamo preparando ad affrontare questo eventuale picco”, ha spiegato la presidente Donatella Tesei, illustrando il dettaglio del piano. Piano che, secondo Guido Bertolaso, consulente della Regione, potrebbe essere funzionale anche ad un altro obiettivo, quello di “riaprire quanto prima l’attività didattica in presenza”.

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