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Cronaca

Coronavirus, Terni potrebbe “salvare” l’Umbria dalla zona rossa

Regione a rischio per indice Rt e incidenza elevata soprattutto nella provincia di Perugia. L’ipotesi: restrizioni più rigide sui territori più interessati dal contagio

I numeri del virus in Umbria dicono che oggi l’indice Rt è sopra 1 e dunque classifica l’Umbria a “rischio alto”. Elementi questi che potrebbero far scivolare la regione dalla fascia arancione a quella rossa. Però, c’è un però.

Si tratta di ipotesi di cui si è discusso durante la consueta conferenza stampa settimanale con cui la task force regionale per la gestione dell’emergenza fa il punto sull’epidemia da Coronavirus in Umbria. Nelle ultime ore si sta infatti amplificando l’importanza dell’incidenza dei contagi rispetto alla popolazione residente. Sotto ai 50 casi ogni centomila abitanti la circolazione del virus è bassa: va monitorata e gestita, ma non al punto da destare particolari allarmi. Sopra i 200/250 casi ogni centomila abitanti, l’epidemia tende ad essere non più controllabile.

Ad oggi, la situazione in Umbria è la seguente: nella provincia di Perugia l’incidenza media è di 234,11 casi ogni centomila abitanti. Nel Ternano, lo stesso dato è a quota 69,81 casi ogni centomila abitanti. Le strade dei due territori, simili per un discreto lasso di tempo, hanno cominciato a dividersi attorno alla fine dello scorso mese di dicembre.

I numeri del Perugino dovrebbero dunque spingere l’Umbria in zona rossa, mentre quelli del Ternano in fascia gialla. L’ipotesi, che però dovrà essere convalidata in sede di riunione del comitato tecnico scientifico nazionale è quella di scongiurare la zona rossa con una serie di iniziative puntuali sui territori più interessati dal contagio, facendo restare l’Umbria in fascia arancione per almeno un’altra settimana per poi effettuare una ulteriore valutazione e decidere come procedere.  

Sulla possibilità di “localizzare” le zone rosse hanno espresso un parere positivo anche l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, che ha anche accennato alle difficoltà derivanti allo scarso rifornimento da parte del Governi rispetto alle dosi vaccinali ed anche alla necessità di potenziare il sistema del trasporto pubblico a servizio degli studenti. Potenziamento, ossia risorse e programmazione, che però devono sempre arrivare dal Governo.

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