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Martedì, 30 Maggio 2023
Cronaca

Terapie intensive, ricoveri ordinari e indice Rt: ecco perché l’Umbria rischia il “cartellino” arancione

Sono 325 i pazienti accolti nei reparti Covid degli ospedali regionali, di cui 56 in rianimazione. Il tasso di contagio si attesta all’1%: le nuove regole del Governo per evitare la diffusione del virus e gli scenari possibili

Oltre 4.300 positivi al Coronavirus in Umbria, con 325 pazienti ricoverati nei reparti Covid della regione e 56 persone in terapia intensiva. Oltre a questo, un indice Rt che continua ad oscillare attorno all’1%.

Sono i numeri che potrebbero far scattare il “cartellino” arancione per l’Umbria in base alle nuove regole contro la diffusione del virus che il Governo varerà entro il 15 gennaio. Nuove regole che potrebbero “penalizzare” l’Umbria ma – di fatto – far scattare per tutta l’Umbria la zona arancione e per un paio di regioni in Italia quella rossa dal 18 gennaio.

Secondo quanto è trapelato dopo la riunione tra governo e regioni infatti l'ipotesi ora sul tavolo è di abbassare la soglia critica del tasso di occupazione delle terapie intensive e dei posti letto in area medica, fissata ora al 30% e al 40%. Sotto quella soglia si entrerebbe in automatico in zona arancione o rossa.

In base al monitoraggio di Agenas con dati relativi all’11 gennaio - quindi non aggiornati – l’Umbria aveva già sforato la soglia del 30% per le terapie intensive, attestandosi al 36% per l’area non critica.

L’evoluzione delle ultime ventiquattro ore e le nuove soglie rischiano dunque di spedire l’Umbria in zona arancione, soprattutto nel combinato disposto con l’indice Rt all’1%.

Il passaggio all’arancione incrementerebbe le restrizioni per gli spostamenti (divieto di muoversi da un comune all’altro se non per motivi giustificati) per gli esercizi pubblici (bar e ristoranti posso fare soltanto asporto) con regole piuttosto rigide.

Da capire se resterà la divisione in zone “colorate” o se – come chiesto da più parti – saranno applicate misure ancora più restrittive che potrebbero assomigliare ad un nuovo lockdown diffuso a livello nazionale.

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