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Cronaca

Coronavirus, l’Umbria resta arancione, ma con zone rosse localizzate

La decisione del ministero della salute anche grazie alle restrizioni già in vigore su gran parte del territorio regionale. Verso la "liberazione" per quattro comuni del Ternano. Sotto osservazione la circolazione delle varianti del Coronavirus

L’Umbria resta arancione. Ma con buona parte del territorio regionale sottoposta alle restrizioni dello zone rosse localizzate, individuate con l’ordinanza della scorsa settimana fa di Palazzo Donini.

Le decisioni del ministero della salute tengono conto degli aggiornamenti del monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità. In base a questi dati, anche provincia di Trento, Toscana, Liguria e Abruzzo cambieranno colore, passando dalla zona gialla a quella arancione. La Sicilia torna in giallo allo scadere dell’ordinanza precedente.

Il report dell’Iss descrive un generale peggioramento della pandemia di Covid19 in Italia, anche a causa della aumentata circolazione delle varianti: quella inglese, ad esempio, rappresenta quasi un caso su 5, come indicato in questo report sempre dell’Iss.

Nonostante questo, e soprattutto grazie ai provvedimenti che hanno spinto mezza Umbria in fascia rossa la scorsa settimana, l’Umbria si “salva” dunque da un lockdown generalizzato, ma resterà sotto osservazione per verificare se effettivamente i provvedimenti riusciranno a contenere la diffusione della variante brasiliana. A proposito di ordinanze locali, dovrebbero essere "liberati" quatto comuni del Ternano. Lugnano in Teverina, Calvi dell'Umbria, Attigliano e Montegabbione potrebbero infatti non essere più considerati nella fascia rossa, dove invece resterebbero Amelia - per il numero di attuali positivi - e San Venanzo, per la prossimità con la provincia di Perugia.

Oggi il consiglio dei ministri ha anche varato un provvedimento con cui il divieto di spostamento fra regioni – in scadenza il 15 febbraio - è stato esteso fino al 25 febbraio.

I commenti

“I provvedimenti restrittivi delle libertà individuali e del funzionamento delle attività produttive (bar, ristoranti, negozi, locali, impianti sportivi, circoli) sono misure adottate per tutelare la salute pubblica e vengono attuate a malincuore da tutte le pubbliche amministrazioni – commenta Francesco Maria Ferranti, presidente del consiglio comunale di Terni – L’Umbria resta arancione, con la zona rossa limitata alla sola provincia di Perugia e a due comuni della provincia di Terni. Questo dimostra la capacità di chi amministra questo territorio di gestire in modo positivo una situazione delicatissima. A tale proposito, mi preme sottolineare come il rispetto delle regole in sinergia con il proseguo delle vaccinazioni e l’attuazione di alcune precauzioni personali e collettive, ci condurrà in modo definitivo fuori da questa emergenza sanitaria”.

“Sulla scia di quanto detto dal professor Crisanti – rileva invece il consigliere regionale del Partito democratico, Fabio Paparelli - sarebbe stato più opportuno utilizzare il principio di precauzione prevedendo l’Umbria per intero in zona rossa. L’ospedale di Terni è saturo, le terapie intensive sono piene anche per la presenza, nel nosocomio del Santa Maria, di pazienti che arrivano da Perugia. Salvaguardare l’intero territorio provinciale sarebbe stato più opportuno. Anche perché, nella provincia di Perugia si sta utilizzando il rosso rinforzato”.

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