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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Morti sul lavoro, la Regione Umbria da bollino rosso: la provincia di Terni al trentasettesimo posto assoluto

Il lunedì continua ad essere il giorno in cui si verificano il maggior numero di infortuni: il 21,7%. Seguono martedì (17,5%) e il mercoledì (17,1%)

Da gennaio a ottobre del 2021 sono 1.017 le vittime sul lavoro registrate in Italia. Di queste, sono 815 (– 5,2% rispetto al 2020) quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 202 (+ 15 % rispetto al 2020) sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere. A fine ottobre 2021 si registrano 107 vittime in più rispetto a fine settembre 2021. È quanto emerge dal Rapporto dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering a partire dai dati ufficiali Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail).

Purtroppo la nostra regione è tra quelle classificate in zona rossa, cioè quelle che nei primi 10 mesi del 2021 hanno registrato con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio pari a 35,6 morti ogni milione di lavoratori). Le altre sono: Puglia, Campania, Basilicata, Molise, Abruzzo, Valle D’Aosta e Trentino Alto Adige. In Zona Arancione: Piemonte, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. In Zona Gialla: Liguria, Lazio, Sicilia, Veneto e Marche. Le più virtuose sono Toscana, Lombardia, Sardegna e Calabria.

L’Umbria è 7° nella graduatoria, con 19 casi pari al 2,3% sul totale. Da considerare che nel centro i casi registrati sono in totale 25. L’indice di incidenza degli infortuni sugli occupati di 53.3. I lavoratori occupati annuali sono 356.453. A livello provinciale, il capoluogo si colloca alla 27° posizione nella graduatoria stilata in base all’indice di incidenza, con ben 15 casi. L’indice di incidenza degli infortuni sugli occupati di 54.9. I lavoratori occupati annuali sono 273.140. La provincia ternana si colloca alla 37° posizione con 4 casi totali nei primi dieci mesi dell’anno. L’indice di incidenze sugli occupati è 48,0 con 83.314 lavoratori annuali.

“Più di mille morti sul lavoro in dieci mesi” - lancia l’allarme Mauro Rosato, presidente dell’osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre - “Per la precisione, da gennaio a ottobre 2021, le vittime rilevate sono 1017 (compresi gli infortuni mortali in itinere che sono stati 202). Ma il dramma dei numeri non è l’unico racconto dell’emergenza. Perché una narrazione più efficace per rilevare le regioni più o meno sicure del Paese per i lavoratori è sicuramente l’indice di incidenza. Infatti, solo confrontando i numeri delle vittime rispetto alla popolazione lavorativa di un’area si definiscono concretamente forme e contenuti di questa piaga contemporanea; e solo così si possono individuare tutti gli strumenti utili e idonei per evitare le tragedie”.

A livello nazionale sono colpiti più uomini (745 casi, ossia il 91,4%). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 70 su 815. La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni (557 su un totale di 815). Segue la fascia d’età con più di 65 anni, pari a 178,9. Gli italiani deceduti sono 691 (84,8%). Gli stranieri che hanno perso la vita sono 124 (15,2%). L’etnia più colpita è quella rumena con 21 casi. Seguono marocchini (10) e albanesi (10). Il lunedì continua ad essere il giorno in cui si verificano il maggior numero di infortuni: il 21,7%. Seguono martedì (17,5%) e il mercoledì (17,1%).
 

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