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Cronaca

Umbria, il datore di lavoro guadagna troppo poco per assumere: rigettata l'istanza di emersione dal lavoro nero

Per i giudici del Tar se il datore di lavoro non può garantire la sussistenza per sé stesso “è destituito di fondamento” ipotizzare la regolarizzazione

Il lavoratore presenta la domanda per l’emersione dal lavoro sommerso, cioè in nero, ma il datore di lavoro guadagna troppo poco anche solo per ipotizzare che possa fornire un impiego. Una situazione sulla quale prefettura di Perugia e Tribunale amministrativo concordano nel respingere la domanda.

Il lavoratore, assistito dall’avvocato Giorgia Ricci, ha presentato ricorso contro la decisione della prefettura con la quale è stata rigettata la richiesta di emersione dal lavoro irregolare subordinato “in ragione del fatto che i redditi certificati dal datore di lavoro risultano inferiori rispetto ai parametri di legge”.

Secondo il legale, la prefettura non avrebbe considerato che “il datore di lavoro rappresentato, al momento della presentazione della domanda di emersione” aveva dichiarato “un reddito maggiore a quello richiesto dalla normativa di riferimento”.

Per i giudici amministrativi il ricorso è, però, “infondato e va respinto non sussistendo i presupposti per l’emersione della domanda di emersione di lavoro irregolare”.

Dalla documentazione risulta, infatti, che il datore di lavoro abbia presentato “certificazioni reddituali dalle quali risulta attestato un reddito complessivo di 25.354 euro, come risultato della differenza tra i ricavi e i costi e le spese affrontati dall’azienda agricola di sua proprietà, inferiore al livello minimo di 30.000 euro”, così come previsto nella circolare ministeriale n. 1395 del 30.05.2020 per le domande di emersione nel settore agricolo.

Di fronte a questa situazione, “appare destituito di fondamento il prospettato diritto alla regolarizzazione per il tramite di un permesso di attesa occupazione, trattandosi di eventualità preclusa dal mancato superamento dei controlli preliminari effettuati sul datore di lavoro”. Ne consegue il rigetto del ricorso e dell’istanza di emersione dal lavoro irregolare.

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