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Cronaca

Aggressioni, minacce e bende sporche di sangue: detenuto semina il panico in carcere e in ospedale

Protagonista degli episodi un 26enne sotto osservazione per presunti legami con l’Isis. I sindacati Sappe e Sinappe: polizia penitenziaria e operatori della casa circondariale di Terni sempre più in balia di chi pensa che qualunque violenza gli sia concessa e perdonata

Torna la violenza dietro le sbarre del carcere di Terni. Protagonisti dell’ennesimo episodio è un detenuto tunisino di 26 anni, trasferito dalla Toscana per ragioni di sicurezza prima a Spoleto e poi nella casa circondariale di vocabolo Sabbione e sotto osservazione per presunti legami con l’Isiss.

La giornata di ordinaria follia è iniziata nel pomeriggio dello scorso lunedì, 22 maggio. “La serie inaudita di episodi violenti, per futili motivi – ricostruiscono Romina Raggi e Francesco Petrelli, rappresentanti dei sindacati Sappe e Sinappe - è iniziata con gesti di autolesionismo e con l’aggressione del poliziotto addetto alla sorveglianza della sezione che è stato trovato a terra, da quanto ci riferiscono, colpito da un malore. Non contento, il detenuto ha aggredito un altro poliziotto afferrandolo con forza per la giacca e solo l’intervento di altro personale ha evitato il peggio”.

A questo punto, il medico del carcere ha disposto il trasferimento del 26enne presso l’ospedale di Terni per effettuare una serie di accertamenti in merito all’ingestione di lamette e pile. “Al pronto soccorso – aggiungono ancora i sindacati - dava di nuovo in escandescenza urlando frasi sconnesse e minacciando i presenti, contenuto a fatica dalla polizia penitenziaria (poca) di scorta. Ma l’episodio più grave si è verificato quando il tunisino è stato momentaneamente allocato in osservazione al reparto testa-collo: oltre a mettere in atto comportamenti provocatori verso il personale di scorta, sputando verso di loro, lanciando le bende sporche di sangue con cui era stato medicato e imbrattando i muri del reparto, seminava il panico insultando anche le persone ricoverate nel reparto, comprese le donne ed i bambini presenti”.

Il tunisino avrebbe minacciato il personale di scorta “dicendo che gli avrebbe tolto la pistola e gli avrebbe sparato, che alla prima occasione li avrebbe accoltellati tutti. Tutto questo in piena notte, fino a che non si è reso necessario anche l’intervento ed il supporto della polizia di Stato alle 4 del mattino”.

“Il personale di polizia penitenziaria – rilevano Raggi e Petrelli - non ce la fa più a gestire da solo situazioni come questa, ormai all’ordine del giorno, con episodi di violenza come questi che, purtroppo, hanno coinvolto persone innocenti, persone comuni che si trovano in ospedale perché veramente malate e bisognose di cure e tranquillità. Non chiediamo solo maggior tutela per la polizia penitenziaria, ma anche per tutti gli operatori dell’istituto di Sabbione e per tutti coloro che, loro malgrado, sono costretti ad essere spettatori inermi, in balia di chi pensa che qualunque violenza gli sia concessa e perdonata”.

Sappe e Sinappe chiedono dunque alle istituzioni locali “un intervento presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per convincere l’assente amministrazione penitenziaria ad inviare personale negli istituti umbri, ormai con organici ridotti, e convincere il provveditorato a bloccare i continui trasferimenti in entrata di tali tipologie di detenuti”.

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