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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Amelia

Chiusa in casa e picchiata per costringerla a rubare e spacciare droga: arrestato

Operazione della squadra mobile di Roma, in manette un 32enne rintracciato ad Amelia dopo dieci anni di abusi. Durante una lite ha perfino gettato il gatto della ragazza dalla finestra di casa

Era riuscita a strappare le catene di quell’incubo e a chiedere aiuto al telefono rosa. L’intervento degli operatori le aveva consentito di allontanarsi di casa, assieme alla figlia appena nata. Ma poi, come imprigionata da catene impossibili da spezzare, era ritornata sui suoi passi. E l’orco aveva ricominciato da capo.

Violenze, botte, persecuzioni, minacce di morte. Dieci anni di terrore che solo gli agenti della squadra mobile di Roma hanno interrotto venerdì pomeriggio, 30 agosto, quando l’uomo – 32 anni, romano e rintracciato ad Amelia – è stato arrestato con accuse pesantissime: riduzione in schiavitù e gravi atti persecutori nei confronti della ex compagna, in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma.

Le indagini, coordinate dai magistrati del gruppo antiviolenza della procura di Roma e svolte dagli investigatori della IV sezione della squadra mobile, specializzata nel contrasto alla violenza di genere, hanno accertato, in tempi rapidi, la particolare gravità dei comportamenti denunciati dalla vittima.

Dall’attività investigativa è emersa la “spiccata pericolosità dell’indagato, già gravato da numerosi precedenti penali e con una personalità prepotente e aggressiva”.

Polizia Squadra Mobile estate-2-2L’uomo, con “gravi e ripetute condotte violente, fisiche e psicologiche e minacce di morte, impediva alla compagna di uscire di casa e di avere contatti con i familiari, la picchiava selvaggiamente e, nel corso di uno dei suoi violenti sfoghi, ha lanciato il gatto domestico dalla finestra”. Comportamenti che hanno ridotto la donna in uno stato di “sudditanza psicologica” tale da costringerla a elemosinare, rubare e aiutarlo nello spaccio di stupefacenti. Addirittura, la donna è stata costretta a contrarre un matrimonio fittizio con un uomo extracomunitario in cambio di denaro, al fine di pagare i debiti contratti per la droga.

La donna, prendendo coraggio dall’esigenza di proteggere la figlia appena nata ed esasperata da una situazione sempre più insostenibile, ha deciso di chiedere aiuto al telefono rosa, ed è stata collocata in una struttura protetta. L’incubo, per lei, non era però terminato. Alla fine del percorso di sostegno è tornata a casa e ha cercato di ricostruire la sua vita senza l’ex compagno, ma per l’uomo quella era una scelta inaccettabile: in preda a una vera e propria ossessione, ha ricominciato a minacciare di ucciderla e di sottrarle la figlia per portarla lontano. La vittima, temendo seriamente per la propria incolumità e per quella della minore, si è così determinata a raccontare ai poliziotti la sua terribile e sofferta storia di violenza, durata più di dieci anni.

L’indagato, che già si trovava agli arresti domiciliari a seguito di una rapina, ora è tornato dietro le sbarre di una cella della casa circondariale di Terni.

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