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Cronaca

Conca da sballo, ogni giorno in città si smerciano due chili di droga

Allarme cocaina tra i giovanissimi, valanghe di siringhe usate in parchi e vicoli del centro e le “stupefacenti” acque del Nera. Il business dello spaccio nelle mani della camorra. Il boss dei casalesi: sono il padrone di Terni

L’anno scorso in oltre cento operazioni la polizia ha sequestrato circa 50 chilogrammi di sostanze stupefacenti. I 20mila servizi esterni messi in campo dai carabinieri hanno consentito all’arma di recuperare 30 chili di droga, mentre la guardia di finanza – dopo 59 denunce e 17 arresti – ha confiscato 8 chilogrammi fra hashish, marijuana, eroina e cocaina. Uno sforzo notevole di fronte però ad una montagna ancora molto alta da scalare. Perché se il conto complessivo della droga sequestrata fa quasi 90 chili, quella che resta in circolazione è molta di più. Quanta? Fare il totale non è facile e soprattutto non è certo. Ma alcuni elementi possono aiutare ad avere un quadro più dettagliato della situazione.

Nera stupefacente

A rilanciare l’allarme droga è stato nei giorni scorsi il sindacato autonomo di polizia, Mosap, che attraverso il suo segretario nazionale, Roberto Fioramonti, faceva notare come “anche in Umbria, come nel resto d’Italia, una persona adulta su 10 fa uso di droghe. Tra i ragazzi la percentuale si abbassa a uno su 4. La droga più utilizzata proprio dai giovani è la cocaina e le province di Perugia e Terni hanno un triste primato: da noi il dato relativo al consumo di questa sostanza nella fascia di età 15-64 anni è più del doppio in relazione alla media nazionale, con il 2,4% rispetto all’1%. Ogni giorno le forze dell’ordine denunciano e arrestano spacciatori o sequestrano droga. Ma a causa delle dimensioni che ormai ha assunto il fenomeno, di mancati interventi in sede di politica locale e di un sistema processuale penale inadeguato, lo straordinario lavoro di poliziotti e carabinieri rischia di essere una goccia nel deserto”. Un ulteriore indizio sugli alti livelli di consumo di cocaina ed eroina in Umbria arriva dall’analisi delle acque dei sistemi fognari di Perugia e Terni. L’ultimo studio disponibile, realizzato dall’istituto Mario Negri di Milano in collaborazione con la Dpa, basato sull’analisi dei metaboliti che vengono espulsi dal corpo umano e finiscono nelle acque reflue di 17 città italiane, ha individuato in Perugia la città con il maggior consumo di eroina (5 dosi giornaliere ogni mille abitanti), seguita da Terni, Firenze e Roma (con 3 dosi giornaliere ogni mille abitanti). 

La piaga dell’eroina

Non solo cocaina, dunque, ma un pericoloso quanto ormai consolidato ritorno all’eroina. In questo caso, a tracciare il percorso di un trend in ascesa, non sono tanto i sequestri, ma quello che resta sul terreno. Nel 2009 il servizio che per Asm si occupava di raccogliere e smaltire le siringhe usate, aveva recuperato in città 31 chilogrammi di materiali. Negli anni, questa cifra ha cominciato drammaticamente a salire fino alla quota – più o meno stabile – di 35 chilogrammi. Significa che in città, soprattutto nella zona di Porta Sant’Angelo, nei parchi di viale Trento e alla Passeggiata e nel parco Batteria, gli operatori recuperano circa 5.000 siringhe. Tradotto in sballo, vuol dire che nelle vene dei ternani finiscono almeno 5 chili di eroina ogni anno. E sono soltanto quelli di cui si riesce a trovare una qualche traccia.

Conti da sballo

Contorni di un fenomeno complesso e difficile da inquadrare di cui però gli investigatori cercano di tastare il polso. “Se un anno sequestriamo più droga, non vuol dire che ne gira di più”, dice un inquirente. Vuol dire, semmai, che le maglie delle indagini si sono strette in maniera efficace. Ma non abbastanza serrata da chiudere tutti i rubinetti. Che sono tanti e generano flussi di denaro notevoli. Perché, ritengono gli inquirenti, la droga che viene intercettata nelle varie operazioni di polizia corrisponde ad una quota prossima al dieci per cento di quella che realisticamente viene smerciata in città e nel territorio provinciale. In buona sintesi, a Terni ogni giorno è plausibile che scorrano almeno due chili di droga. Di tutte le droghe.

Le vie della droga

I canali di rifornimento di Terni si basano su almeno due fonti di approvvigionamento. La prima, per vicinanza geografica, è senza dubbio Roma. I corrieri dalla Capitale sversano sulla città dell’acciaio una importante quantità di sostanze stupefacenti, finendo nella rete dei controlli a volte soltanto perché di “passaggio” su Terni, diretti verso altre destinazioni, come ad esempio Perugia. È invece probabile che lo scettro del comando sia retto da organizzazioni criminali contigue alla camorra e che, attraverso ramificazioni varie, tengano le fila della piazza ternana. La geografia criminale viene ricostruita sulla base delle operazioni che vengono portate a termine a livello locale, ma non solo. E dalle quali emerge che la droga – soprattutto eroina e cocaina – parta dalla Campania, in particolare Casal di Principe, feudo dei casalesi, e arrivi nella Conca attraverso corrieri per lo più africani che si spostano in auto e su treni regionali. “Sono il padrone di Terni”, diceva in una intercettazione registrata dalla Dda di Perugia Salvatore Scialò, giovanissimo boss che sarebbe stato vicino al clan Contini, prima di essere arrestato nell’operazione “Bubble gum”. E prima che qualcun altro prendesse il suo posto al comando della filiera dello sballo.     

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