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Cronaca Cesi

La sveglia all’alba, la “fuga” e poi il botto: cronaca di una bomba annunciata

Alle 7 del mattino le prime operazioni di evacuazione, poi l’arrivo degli artificieri a Cesi ed il viaggio dell’ordigno verso San Pellegrino di Narni. Curiosità e spigolature di una giornata di ordinario allarme | FOTO e VIDEO

Boom. Alle 17.30 la bomba di Cesi ha concluso la sua esistenza, scomparsa dentro a una nuvola di polvere e sabbia, voltando pagina su uno delle migliaia di ordigni piovuti sulla città dell’acciaio dall’11 agosto del 1943 per oltre trecento lunghissimi giorni, fatti di paura, morti e macerie.

VIDEO: Il brillamento della bomba nella cava di San Pellegrino di Narni

La giornata di Cesi è cominciata all’alba: la sveglia puntata alla sei doveva coincidere con l’evacuazione di oltre 11.300 persone per consentire di operare in sicurezza la rimozione dell’ordigno bellico rinvenuto in un cantiere nei pressi della stazione.

La macchina organizzativa si è mossa a rilento: alle 7 l’evacuazione doveva ancora cominciare, le navette per il trasbordo delle persone arrivavano a singhiozzo e qualcuno – nonostante il tam tam mediatico che ha accompagnato l’emergenza – non sapeva ancora come comportarsi. Quando il serpentone si è svegliato, Cesi ha cominciato a svuotarsi. Restando però sotto l’occhio vigile di una quarantina tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili urbani – supportati dal reparto prevenzione crimine della questura – per evitare che qualche “sciacallo” approfittasse delle case vuote.

Emergenza bomba, l'evacuazione a Cesi

Intorno alle 10 sono arrivati gli artificieri dell’esercito che hanno cominciato a mettere le mani sulla bomba per avviare le operazioni di disinnesco. Proseguite, anche queste, a rilento perché qualcuno non aveva alcuna intenzione di lasciare la propria casa. La mediazione degli agenti della polizia locale ha sistemato le cose e alle 12.45 sono iniziate le operazioni di disinnesco, concluse intorno alle 13.30 con il despolettamento della bomba. Un’ora più tardi è stato dato il via libera al rientro nelle case, mentre il convoglio con la bomba partiva in direzione di una cava a San Pellegrino di Narni.

VIDEO: Il capitano Alessandro Garramone

Percorsa via Gabelletta e poi una ventina di chilometri del Rato, il convoglio è uscito allo svincolo di Amelia, sbagliando però strada: invece di andare in direzione di Narni, camion e auto di scorta hanno girato verso Amelia. All’altezza dell’ex pastificio Federici, dopo la frazione di Fornole, l’inversione ad “U” per tornare verso la cava.

Emergenza bomba, l'ordigno trasferito nella cava di San Pellegrino

Qui la bomba è stata calata in una grossa buca e poi ricoperta di sabbia. Nel frattempo è stato creato un perimetro di sicurezza di 1.800 metri di raggio per evitare che l’esplosione – e le eventuali schegge da questa prodotte – potessero creare pericolo.
Poi, il click sul bottone che ha messo fine a questa giornata di ordinaria emergenza.

Il prefetto De Biagi: "Esempio di compattezza della comunità ternana"

“A conclusione della bonifica dell’area di Cesi dall’ordigno bellico rinvenuto lo scorso 24 luglio – comincia così la nota di ringraziamento diffusa dal prefetto di Terni, Paolo De Biagi - desidero esprimere a tutti coloro che hanno collaborato alla piena riuscita delle operazioni e vivissimi complimenti e ringraziamenti. Anzitutto agli ufficiali e agli artificieri del sesto Reggimento Genio Pionieri di Roma che con grande maestria hanno condotto i delicati interventi di messa in sicurezza e successivamente di brillamento del pericoloso ordigno; e poi a tutti coloro che hanno assicurato il proprio impegno, senza risparmio e con grande professionalità, fondamentale per la perfetta riuscita delle complesse operazioni di evacuazione, di controllo e messa in sicurezza dell’area e di costante assistenza alla popolazione coinvolta. Un grazie sincero al sindaco e a tutte le articolazioni del Comune di Terni, alla Regione e al suo sistema di protezione civile, alla Provincia, a tutte le forze di polizia, ai vigili del fuoco, all’autorità sanitaria nelle varie articolazioni intervenute, alla Croce rossa italiana, ai gestori dei servizi pubblici coinvolti, al Comune di Narni e al proprietario della cava in cui è stata fatta brillare la bomba, all’Enac e a tutti i volontari che ancora una volta hanno fornito un esempio di grande disponibilità, passione e competenza. Grazie ai cittadini che hanno collaborato con senso civico sopportando, con sensibile consapevolezza, gli inevitabili disagi connessi agli interventi e grazie agli organi di informazione che hanno accompagnato con equilibrio le operazioni fornendo preziose notizie di servizio alla popolazione coinvolta. Consentitemi, infine, di esprimere una nota di merito anche ai dirigenti e al personale della Prefettura che mi hanno supportato nell’impegno senza risparmio alcuno e con grande professionalità. Sono convinto che la comunità ternana abbia dato nella circostanza un esempio di compattezza, di senso istituzionale e di spirito di sacrificio che costituisce ottimo auspicio anche per ogni altro futuro impegno a cui dovesse essere chiamata”.

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