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Cronaca

Fa affari d’oro ma non paga un centesimo di tasse, sequestro milionario a un imprenditore ternano

Sigilli della guardia di finanza a case e conti correnti: nei guai il titolare di un gruppo imprenditoriale attivo nel settore immobiliare e del credito

Sequestrati beni per circa 2,1 milioni di euro ad un imprenditore ternano ritenuto responsabile di “una ingente evasione fiscale ai fini dell’Iva e delle imposte dirette”.

L’operazione – coordinata dalla procura della Repubblica di Terni – è stata portata a termine dai militari del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza al termine di una serie di accertamenti fiscali condotti su un importante gruppo imprenditoriale ternano attivo nel settore dell’intermediazione immobiliare e dell’attività creditizia, che opera in diverse regioni del centro e sud Italia e con proliferazioni economiche anche all’estero.

Secondo gli accertamenti delle fiamme gialle, l’imprenditore attraverso un complesso reticolato di oltre venti società legate anche dal medesimo brand pubblicitario concesso in franchising, con sedi legali tra le province di Terni, Viterbo, Roma e Firenze, si sarebbe “sottratto agli obblighi dichiarativi ed ai relativi versamenti delle imposte, ricorrendo a soggetti prestanome, di volta in volta, individuati quali rappresentanti legali di diritto”.

Le indagini hanno passato al setaccio i periodi d’imposta dal 2015 al 2021, con la contestuale esecuzione di 25 attività ispettive nei confronti di altrettanti contribuenti, consentendo di appurare “come lo stesso gestisse personalmente e direttamente dagli uffici ternani l’operatività di tutte le società risultate evasori totali”.

L’imprenditore è stato denunciato per il reato di omessa presentazione delle prescritte dichiarazioni fiscali. Il giudice delle indagini preliminari presso il tribunale di Terni ha emesso un’apposita misura cautelare preventiva reale per l’importo di circa 2,1 milioni di euro, pari all’imposta evasa ai fini dell’Iva e delle imposte dirette per le annualità in cui si è registrato il superamento della soglia di rilevanza penale fissata dalla normativa di settore. Il sequestro ha riguardato unità immobiliari e liquidità giacenti sui conti correnti risultati nella disponibilità delle società nonché di quello che viene indicato dagli inquirenti come il “dominus del sistema fraudolento”.

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