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Cronaca Orvieto

Si veste da prete e dice messa, ma è un laico: sessantenne denunciato dalla polizia

Mesi di indagini e testimonianze per scoprire il falso sacerdote che “operava” tra Orvieto e i comuni limitrofi. L’uomo era stato un “don” ma da molti anni era stato ridotto allo stato laicale

La messa è finita. Un sessantenne di fuori regione è stato denunciato dagli agenti del commissariato di polizia di Orvieto per il reato di sostituzione di persona: andava in giro vestito da prete, celebrando messa, pur essendo un laico.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo girava fra Orvieto e gli altri comuni del comprensorio, con pantaloni e giacca di colore nero, camicia scura e collarino bianco, come un sacerdote; quando parlava con le persone, intercalando citazioni evangeliche, si presentava con il titolo di “don” e, in qualche caso, non disdegnava di andare in chiesa e celebrare la messa.

A portare alla luce questi episodi è stata la squadra informativa del commissariato di pubblica sicurezza di Orvieto che, nel corso del tempo, ha raccolto le segnalazioni, confidenze e testimonianze. Sulla base delle quali, i poliziotti hanno iniziato a cercare dei riscontri per verificare se quanto veniva riportato dalle fonti confidenziali fosse vero e, nel giro di alcuni mesi, nel corso dei quali hanno svolto indagini delicate e minuziose, sono riusciti a ricostruire l’attività posta in essere dal “don” ed a dare un volto ed un nome al sedicente sacerdote.

Gli investigatori della polizia di Stato hanno accertato che si tratta di un sessantenne residente fuori regione che in passato era stato effettivamente sacerdote cattolico, ma che già molti anni fa aveva perso lo stato religioso e da allora è un laico a tutti gli effetti e, in quanto tale, non può andare in giro vestito da sacerdote, né tantomeno, celebrare messa e dare la comunione ai fedeli. 

Gli investigatori hanno anche accertato che la Diocesi di Orvieto-Todi aveva formalmente comunicato al sessantenne il divieto di vestire l’abito clericale, di celebrare la messa e gli altri sacramenti, ma in base a quello che è emerso dalle indagini del commissariato di Orvieto, tale divieto è stato disatteso. Questi comportamenti configurano il reato di sostituzione di persona che punisce, tra le altre ipotesi, anche chi, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, attribuendosi un falso stato o una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici. Gli episodi sono stati perciò oggetto di una dettagliata segnalazione inviata alla procura della Repubblica presso il tribunale di Terni.

Sono in corso ulteriori accertamenti da parte della polizia di Stato per ricostruire le reali motivazioni di tali comportamenti.

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