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Cronaca Amelia

Furto di manoscritti, la polizia di New York cerca il movente: “Ha usato 160 falsi nomi”

Gli agenti americani proseguono le indagini dopo l’arresto di Filippo Bernardini, il 29enne di Amelia accusato di frode telematica e furto aggravato d’identità

Il movente. E’ quello che stanno cercando gli inquirenti di New York dopo l’arresto di Filippo Bernardini, il 29enne di Amelia arrestato giovedì all’aeroporto di New York con le accuse di aver utilizzato metodi fraudolenti per ottenere manoscritti prima della pubblicazione. 

Gli agenti stanno cercando di capire quale fosse, semmai ci fosse, il tornaconto per il giovane dipendente della casa editrice Simon & Shuster. I testi infatti, una volta ottenuti, non venivano rivenduti al “mercato nero” e nemmeno pubblicati sotto diversi nomi. Una delle ipotesi è che il meccanismo servisse per motivi di indagini di mercato. Secondo quanto ricostruito Bernardini avrebbe assunto nel corso di vari anni fino a 160 diverse identità di operatori nel mondo dell'editoria, con l’obiettivo di ottenere manoscritti non ancora pubblicati. Un meccanismo consolidato, tanto che tra le vittime sono finite anche scrittori del calibro di Margaret Atwood e di Dan Brown. In un comunicato la Procura del distretto Sud di New York ha informato che l’italiano è formalmente accusato di frode telematica e furto aggravato d’identità. “Bernardini - hanno reso noto gli inquirenti - usava la sua conoscenza dall'interno dell'industria per fare sì che gli autori gli spedissero libri e testi non pubblicati, fingendo di essere un agente, una casa editrice o un talent scout, con l'obiettivo di rubare le idee letterarie di altri”. 

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