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Cronaca

Due aziende in fiamme, scuole chiuse e indagini: a marzo notti di paura a Maratta

Le imprese Ferrocart e Medei costrette a fronteggiare incendi a materiali plastici e ferrosi: serve una ordinanza del sindaco sul fronte ambientale

A fine febbraio Terni si ritrova avvolta dalle fiamme. Incendi che non riguardano questa volta le zone boschive, ma l’area industriale. Nel giro di otto giorni (il primo incendio il 20 febbraio, il secondo il 28) le fiamme divorano parte della Ferrocart e poi della Medei, imprese dell’area industriale tra Maratta e Sabbione. 

VIDEO: IL PRIMO INCENDIO

Fiamme altissime, visibili a chilometri di distanza, che destano subito la preoccupazione dei cittadini e degli amministratori. Il primo rogo è quello della Ferrocart: le fiamme coinvolgo diverso materiale da lavoro tanto che il Comune emette subito un'ordinanza per far tenere chiuse le finestre: “Per verificare la situazione dell'incendio alla Ferrocart di Maratta e delle sue conseguenze a livello ambientale sono già all'opera i tecnici di Arpa Umbria. Sul posto l'assessore all'ambiente Benedetta Salvati, con i dirigenti e i responsabili comunali delle direzioni ambiente e polizia locale. In attesa di valutare l'opportunità di una specifica ordinanza la direzione ambiente consiglia di tenere chiuse le finestre nell'area circostante l'incendio”. Da lì poi i sopralluoghi e i prelievi dell’Arpa e le indagini della procura della Repubblica, che seguono subito la pista dell’autocombustione. 

Sette giorni dopo, ecco l’incendio a pochi chilometri di distanza. Stavolta tocca alla ditta di trasporti Medei. In quella occasione l’Arpa utilizza anche uno dei macchinari più moderni a disposizione. “A seguito dell’incendio il personale di Arpa Umbria si è subito attivato per verificare la situazione e le conseguenze a livello ambientale. Sul posto è stato immediatamente installato un campionatore di emergenza Echo Emergency, che consente il campionamento e il monitoraggio delle polveri e dei microinquinanti”. Anche in questo caso, via alle indagini, con il procuratore Alberto Liguori che esclude subito ipotesi di collegamento tra i due episodi. Il materiale devastato dalle fiamme poi finirà anche oggetto di una analisi specifica, portata avanti in un centro specializzato di Venezia dei vigili del fuoco,  per riuscire a ricostruire il quadro che ha portato allo scoppio dell’incendio. 

Sulle due vicende si scatena anche la politica: da un parte l’opposizione chiede maggiori controlli nelle aziende e punta dritta sulla questione ambientale (in particolare il Movimento Cinque Stelle); dall’altra la maggioranza che, tramite apposite ordinanze, stilate anche in base ai risultati di Arpa e Usl sui campioni di aria e terreno, fissa le nuove regole di comportamento per i residenti. 

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