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Cronaca

Indennità Covid, le criticità: niente indennizzi agli infermieri ammalati e soldi a reparti dove il virus non si è mai visto

Dodici milioni per il personale sanitario dell’Umbria, ma il Nursind fa le pulci all’accordo: ecco tutte le criticità. E poi il bonus viene concesso solo per il mese di marzo

“Nessun indennizzo per gli infermieri in malattia a causa del Covid19, disparità di trattamento tra il personale delle quattro aziende in servizi della stessa fattispecie assistenziale, penalizzazione dei turnisti, premialità eccessiva a chi si è messo al riparo lavorando da casa, ristretta forbice remunerativa tra chi opera in strutture ad alto impatto specialistico/assistenziale nelle 24 ore fin dall’inizio dell’emergenza (con anche attività di tutoraggio al personale proveniente da altre realtà) e chi ha avuto disagi marginali/non continuativi”.

Marco Erozzardi, coordinatore regionale NurSind, critica fortemente l’accordo, diffuso tra i lavoratori e poi momentaneamente ritirato, tra la Regione Umbria e le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto nazionale di lavoro, che stabilisce indennità giornaliere di diversa entità per il personale sanitario in servizio nelle strutture ospedaliere del territorio per la gestione dell’emergenza Coronavirus.

“Si evidenziano numerose incongruenze anche nell’elenco dei beneficiari dell’indennità di malattie infettive: ad esempio non c’è la dialisi nella azienda ospedaliera di Perugia ma c’è nelle altre aziende umbre, così come il personale delle sale operatorie Covid19 delle aziende ospedaliere di Perugia e Terni viene discriminato rispetto ai medesimi colleghi delle Usl. Sono stati invece inseriti diversi servizi e reparti dove i pazienti Covid19 non si sono mai visti. E si tiene conto dell’erogazione del bonus solo per il mese di marzo, sicuramente il più critico dal punto di vista dell’impatto organizzativo, ma sicuramente non il solo necessario al superamento delle criticità”.

“D’altra parte – precisa Erozzardi – all’incontro per la redazione dell’accordo hanno preso parte unicamente i sindacati firmatari del contratto. Il NurSind, orgogliosamente non firmatario del CCNL, non è stato convocato per la stesura del documento, nonostante abbia sollecitato un tavolo tecnico per contribuire nella definizione delle modalità di erogazione degli incentivi di produzione”.

“Si tratta – conclude il coordinatore regionale - dell’ennesimo accordo politico fatto sulla pelle degli infermieri. Dopo 40 anni cambia il colore della maggioranza politica della regione ma non cambiano i contenuti degli accordi: dare tutto a tutti, senza tenere conto delle reali differenze tra i contributi garantiti dalle singole professioni nell’affrontare l’emergenza e degli specifici contesti assistenziali che coinvolgono anche gli stessi infermieri”.

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