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Cronaca

Dal carcere di Terni alla latitanza, caccia aperta al killer della ‘ndrangheta in fuga

Uscito da Sabbione lo scorso 12 gennaio, si trovava ai domiciliari a casa del padre a Pero, nel Milanese, ma poi ha fatto perdere le sue tracce: il ricercato è Massimiliano Sestito

Di lui non si hanno più tracce dalla notte a cavallo fra lunedì e ieri. Massimiliano Sestito, 51 anni, nato a Rho, fino al 12 gennaio scorso era fra i detenuti del carcere di Terni. Uscito da vocabolo Sabbione, era stato destinato agli arresti domiciliari a casa del padre a Pero, sempre nel Milanese. Ma di lui, da quarantotto ore, non si anno notizie.

Killer di ‘ndrangheta, ritenuto responsabile dell’omicidio di Vincenzo Femia, boss calabrese ucciso in un agguato nel 2013 a Castel di Leva. Descritto come elemento di spicco della cosca Iozzo Chiefari Procopio, è evaso dai domiciliari. Il 51enne, stando a quanto appreso da MilanoToday, si trovava a casa di suo padre a Pero, nel Milanese. Nella notte tra lunedì e martedì i carabinieri non lo hanno trovato nell’abitazione e hanno immediatamente dato l’allarme. Pare che Sestito abbia spaccato il braccialetto elettronico e si sia dato alla fuga.

Il “curriculum” criminale di Sestito sarebbe di tutto rispetto: nel 1991 sarebbe stato lui a premere il grilletto uccidendo l’appuntato dei carabinieri Renato Lio che aveva alzato la paletta ad un posto di blocco a Soverato, nel Catanzarese. Nel tentativo di fuggire, Sestito avvrebbe aperto il fuoco e ucciso il militare. Omicidio per cui era stato condannato all’ergastolo prima e a 30 anni poi con pena definitiva.

A gennaio 2013 il suo nome era finito di nuovo in un’indagine su un omicidio, quello del boss calabrese Vincenzo Femia, ammazzato con nove colpi di pistola a Roma in una faida per il controllo dello spaccio. Femia venne freddato mentre si trovava a bordo della sua Matiz in viale Castelluccia di San Paolo, zona Castel di Leva-Ardeatino, il 24 gennaio del 2013. Femia morì a seguito delle lesioni provocategli da undici colpi di arma da fuoco.

Arrestato, il 51enne era stato condannato all’ergastolo in Appello. In attesa della pronuncia della Corte di cassazione, prevista per il 3 febbraio, il 12 gennaio scorso Sestito - che ha precedenti anche per droga - era stato scarcerato proprio da Terni e messo ai domiciliari su decisione della Corte di appello d’assise di Roma.

E non è la prima volta che il 51enne si trasforma in latitante. Già ad agosto 2013, poco dopo l’omicidio Femia, lo ‘ndranghetista aveva approfittato della semilibertà concessa dal carcere di Rebibbia per scappare. La polizia lo aveva poi trovato un mesetto dopo in spiaggia a Palinuro, nel Salernitano, mentre si godeva il mare e il sole. Adesso la nuova fuga.

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