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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Bombe e attentati, l’anarchico dal carcere di Terni: non ho rimorsi, condivido e solidarizzo con la lotta al capitale e allo stato

Juan Sorroche è ritenuto responsabile di attacchi alla scuola di polizia di Brescia e alla sede della Lega a Villorba. La lettera: “Sono sereno, il mio morale è equilibrato e sono determinato ad andare avanti”

La latitanza di Juan Antonio Sorroche Fernandez è finita lo scorso 22 maggio. È stata la polizia di Venezia ad arrestarlo insieme a Manuel Oxoli, il bresciano che copriva la sua fuga. Spagnolo di 42 anni, la primula rossa dell’anarco-insurrezionalismo per l’antimafia veneta è l’autore del fallito attentato alla sede della Lega di Villorba, nel Trevigiano, dell’agosto del 2018.

Sparì nel 2017 a seguito di una condanna del tribunale di Torino a 1 anno e 9 mesi per vari reati contro la persona e il patrimonio. Ma il suo curriculum vanta un lungo elenco di addebiti: la partecipazione al G8 di Genova del 2001, le manifestazioni no Tav a Torino, il furto della torcia olimpica, sempre a Torino, nel 2006 e l’attentato alla scuola di polizia di Brescia.

Oggi, Sorroche è uno tra i sette detenuti della sezione AS2 (alta sicurezza) del carcere di Terni. Nelle scorse ore ha cominciato a circolare una sua lettera scritta proprio dietro le sbarre di vocabolo Sabbione.

Eccone alcuni stralci.

juan-2Ciao a tutti amici e compagni!! Sono Juan arrestato il 22 maggio dopo tre anni di latitanza. Scrivo dalla sezione AS2 del carcere di Terni in cui mi trovo rinchiuso. Sono sereno, il mio morale è equilibrato e sono determinato ad andare avanti. In ogni giorno della mia clandestinità sono stato consapevole di poter finire in carcere; d’altronde lo sono sempre stato, fin dal giorno in cui ho deciso di lottare dalla parte degli oppressi. Ciò che ha portato alla mia cattura è stata la mancanza di un insieme di accortezze che solitamente mettevo in atto. Ho abbassato la guardia nel momento sbagliato e nel posto sbagliato. Non ho rimpianti, me l’assumo, vado oltre e che sia di lezione. In un altro momento scriverò come si è svolta la mia cattura”.

Nel testo, Sorroche fa una panoramica sulla sua situazione giudiziaria, spiegando che si trova in carcere per due filoni di indagini. “Il primo riguarda un cumulo pena di nove anni (di cui tre li ho già scontati) collegati alla mia lotta\vita degli ultimi vent’anni trascorsi in Italia. Le condanne sono per svariati reati tra cui furti, resistenze, rapina, vilipendio, danneggiamento, occupazione di luogo pubblico e privato, aggressioni, falsa identità. Fra queste condanne definitive c’è anche quella del ‘processone’ NO TAV (tre anni e nove mesi) su cui un futuro farò delle puntualizzazioni in quanto imputato anarchico. Sapendo che alcune di queste condanne sarebbero diventate esecutive, sono stato tre anni in fuga (e non per l’indagine relativa all’attentato alla scuola di polizia di Brescia, come invece sottolinea la magistratura). Senza alcun rimorso mi rivendico la mia fuga come atto di ripresa della mia libertà che va oltre qualsiasi autorità e legge”.

Per quanto riguarda il secondo filone di indagine, nei confronti dell’ex primula rossa anarchica vengono contestati due attentati. Oltre a quello contro la scuola di polizia di Brescia, ce n’è un altro del 12 agosto 2018 e che “riguarda due ordigni esplosivi, uno esploso e un altro pieno di chiodi in legno, scoperto dagli artificieri in forma di trappola per attirare i componenti dell’immobile e le forze dell’ordine; questi furono posizionati nella sede della Lega Nord di Treviso e furono rivendicati dalla cellula Haris Hatzimihelakis\Internazionale Nera 1881\2018. Di questa indagine non ne sono stato al corrente fino al giorno della mia cattura, contrariamente a quanto dichiara la magistratura per aggravare la misura cautelare di Manu, accusato di favoreggiamento. Tuttavia aspettiamo di avere un quadro più completo non appena l’indagine sarà chiusa

Il riferimento ai procedimenti giudiziari in corso fornisce a Sorroche lo spunto per una analisi più generalizzata della lotta anarchica e della repressione che viene messa in campo dagli inquirenti.

Già una rapida lettura delle indagini preliminari di digos e pm mi ha dato un indirizzo su ciò che vogliono reprimere. Nello specifico a me in quanto anarchico e in generale alla realtà anarchica nel suo insieme. Nulla di nuovo che non sia già stato fatto in tutte le salse dalla magistratura. Riconoscere gli intenti repressivi è una bussola per capire a cosa realmente vogliono colpire e di conseguenza dove indirizzarci (…). È palese la subdola intenzione della magistratura, con la sua aberrante ideologia di stato (scritto sempre e volutamente con la lettera minuscola, ndr), di costruire dei capi ideatori della realtà anarchica, con tanto di linee operative da seguire e struttura gerarchica. Strategia adottata in questo caso specifico così come nelle ultime indagini che hanno colpito le realtà anarchiche (…). Lo stato e la legge vorrebbero (come al solito) aggravare le accuse costruendo dei dirigenti a guida di una fantomatica organizzazione terroristica gerarchica, in maniera da manipolare e unificare tutto in un unico pentolone inquisitorio e sbatterci dentro gli ‘esponenti’ della galassia anarchica. In questa maniera tentano di creare un clima spettacolare, predispongono il terreno per fare terra bruciata e per far scomparire qualsiasi istanza autonoma e di azione diretta della lotta anarchica”.

L’analisi lascia poi spazio al “manifesto” della filosofia anarchica. “C’è bisogno di avere una visione e un sentire comune che includa l’individuale e il collettivo in una alchimia di lotte locali e specifiche (come anarchici) intese come tattiche di lotte diverse e diversificate che però si concepiscono e si riconoscono nell’insieme della lotta generale e nella ricchezza della sua diversità metodologica e progettuale. Che costantemente va equilibrata a una prospettiva internazionalista e armonizzata al caos di infinite tattiche e strategie dell’anarchismo che confluiscono nella lotta universale per l’anarchia. Tutto ciò condito dalla essenza fondamentale dell’anarchia: solidarietà universale a tutti i livelli della lotta\vita”.

Il revisionismo del passato è un’arma potente che gli stati utilizzano per depotenziare le varie forme di rivolta del presente e per creare il vuoto attorno ai rivoluzionari di oggi e lasciarli senza radice e anima. Perciò è importante non dimenticare e divulgare le epoche trascorse, e fare tesoro della memoria delle lotte dei nostri compagni come stimolo per le lotte di oggi. Basta uno sguardo al nostro passato per rendersi conto come certe tensioni e metodi siano da sempre stati utilizzati nella lotta anarchica, addirittura prima che nascesse l’internazionale anti autoritaria nel 1871. Queste basi fondamentali me le rivendico a testa alta! Rifiuto qualsiasi teorema in cui mi vogliono incasellare, contrario ai miei più elementari principi in quanto anarchico”.

E qui non si tratta di dire che la lotta è non violenta, o di farsi passare per angeli o per anime pie. Si tratta di chiamare le cose con il loro nome e di rivendicare le istanze combattive che gli anarchici, i ribelli e i rivoluzionari hanno utilizzato e utilizzano da sempre nel mondo intero. Tutto ciò l’ho comunicato apertamente e pubblicamente da quando ho scelto di lottare attraverso una mia speciale concezione del anarchismo. Indipendentemente che sia responsabile o no dei fatti di cui mi accusate, io condivido e solidarizzo con la lotta e con le azioni di attacco al capitale e allo stato. Che per sua natura è da sempre responsabile di stragi e genocidi nel mondo intero. Bisogna lottare e lottare perché la sproporzione sia stroncata”.

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