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Cronaca

Flavio e Gianluca, la “lezione” non è servita. E il metadone di Terni continua a fare “vittime”

Due flaconi appartenenti ad un lotto assegnato al Sert della città sono stati ritrovati in un parco pubblico a Todi. Il procuratore Liguori: distinguere il tossicodipendente paziente da quello delinquente

Le possibilità sono tre. O c’è qualcuno che da Todi abbia percorso circa 50 chilometri per arrivare al Sert di Terni, anziché a quello della vicina Marsciano, per prendere il metadone, facendo poi ritorno a casa per consumarlo nel parco pubblico di porta Fratta, in faccia alle mura di cinta della città. Oppure che un utente del Sert ternano abbia deciso di fare una gita nella città di Jacopone e consumare i suoi flaconi in quello stesso parco pubblico. O ancora, che la “lezione” di Flavio e Gianluca non sia servita a niente. E a nessuno.

Domenica 13 settembre, a metà pomeriggio, due flaconi di metadone sono stati trovati sopra uno dei tavoli di legno che arredano la piccola area verde a due passi da porta Amerina. Si tratta di un parco pubblico frequentato al mattino e al pomeriggio da bambini. Ma dove, evidentemente, la sera succede anche qualcos’altro.

Intercettata la segnalazione della scoperta, l’ufficio dei servizi sociali dell’amministrazione comunale ha avviato una serie di verifiche almeno per capire quale fosse la provenienza dei due flaconi di Metadone cloridrato Molteni da 20 mg. Sentito il Sert di Marsciano, come ipotesi principale, si è invece scoperto che quel lotto “apparteneva” invece al servizio dipendenze di Terni.

Fin qui i fatti. Che difficilmente andranno oltre visto che non ci sono testimonianze relativa a chi possa avere consumato il farmaco nel parco né la zona è servita da sistemi di videosorveglianza da poter interpellare per chiarire la dinamica dell’episodio. Il sospetto, piuttosto fondato, è però che quel metadone non sia stato usato dal “legittimo” proprietario, ma sia passato di mano fino ad arrivare ad un “pubblico” diverso, così come è successo ai due quindicenni morti a Terni ad inizio luglio proprio a causa dell’assunzione di metadone.

Un sospetto, certo, che però risuona ancora più intenso alla luce delle parole pronunciate dal capo della procura della Repubblica di terni, Alberto Liguori, durante il suo intervento alla Comunità incontro Onlus di Amelia, in occasione della presentazione del progetto contro la droga #lastradagiusta promosso dalla questura di Terni e rivolto ai giovani studenti.

“È arrivato il momento di distinguere il tossicodipendente paziente dal tossicodipendente delinquente. Per questo mi adopererò per sollecitare una proposta di legge”, dice Liguori così come riportato dall’edizione locale del Messaggero oggi in edicola.

Il procuratore Liguori ha ricordato la tragica morte di Flavio e Gianluca, “per mano di un tossicodipendente incallito. Fornisco dati che devono fare riflettere. Da venti anni viene dato metadone ad un tossicodipendente e ci sono 350 servizi domiciliari con i controlli delle urine che vengono fatti in casa e rivelano, in alcuni casi, presenze di oppiaci. Il tossicodipendente paziente, va aiutato e curato nelle comunità di recupero il delinquente va perseguito”.

E forse le modalità di distribuzione di questo farmaco così potente e devastante debbono essere riviste.

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