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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

“Zanne d’oro”, scoperto commercio di avorio fuorilegge: nei guai un antiquario di Terni

Operazione dei carabinieri del nucleo Cites, trovati bracciali, bottoni e collane la cui vendita è vietata da leggi nazionali e internazionali. I titolari dell’attività rischiano due anni di cella e multe fino a 150mila euro

Si chiama “Golden Tusks”, zanne d’oro, la campagna nazionale avviata lo scorso anno contro il commercio illegale di avorio, sia grezzo che lavorato, venduto on line, presso antiquari e case d’asta. E proprio nell’ambito di questa attività, i carabinieri del nucleo Cites di Perugia hanno scoperto presso un antiquario di Terni la presenza di oggetti in avorio, messi in vendita – secondo gli investigatori – in assenza della documentazione che ne legittimi la commercializzazione.

Si tratta di statue, bottoni, bracciali, collane, scatoline, ventagli, noubot profumeria: complessivamente, 19 manufatti per un valore di circa 8mila euro, ora posti sotto sequestro. I titolari del negozio di antiquariato sono stati denunciati alla procura della Repubblica presso il tribunale di Terni per il reato di commercio illegale di esemplari tutelati dalla Convenzione di Washington (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione – Cites). Si tratta di un reato punito con l’arresto da sei mesi a due anni e con l’ammenda da 15mila a 150mila euro.

I 19 manufatti sono stati sottoposti a sequestro ed i titolari del negozio di antiquariato sono stati denunciati alla procura della Repubblica presso il tribunale di Terni per il reato di commercio illegale di esemplari tutelati dalla Convenzione di Washington (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione – Cites). Si tratta di un reato punito con l’arresto da sei mesi a due anni e con l’ammenda da 15mila a 150mila euro.

“Il commercio dell’avorio è, in linea generale, vietato dall’ordinamento nazionale e internazionale, ma il fenomeno di detenzione di oggetti in avorio messi in vendita, dagli operatori di settore, senza la necessaria documentazione che attesti la possibilità di commercializzazione, come stabilito dalla legge 150/92, appare sostanzialmente diffuso. La vendita di manufatti in avorio o contenenti avorio è sempre vietata, salvo specifiche deroghe espressamente concesse dall’autorità competente, questo anche qualora lo stesso materiale rientrasse tra quello definito antico, acquisito prima dell’entrata in vigore della convenzione Cites e delle successive norme di settore. A livello europeo, negli ultimi anni – spiegano i carabinieri del nucleo Cites - sono stati intensificati i controlli per contrastare il commercio di parti (soprattutto avorio) di elefante africano. La specie è tra quelle sottoposte a massima tutela della Convenzione di Washington, essa è infatti a grave rischio di estinzione e le sue popolazioni sono in forte declino numerico in conseguenza dell’uccisione di migliaia di esemplari a causa del bracconaggio, finalizzato al prelievo illegale di zanne”.

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