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Cronaca Borgo Bovio

“Picchiava come un fabbro, ma nessuno lo ha toccato”, i “dubbi” sul terzo uomo di Borgo Bovio

La procura di Terni e le tessere mancanti nell’omicidio di Ridha Jamaaoui, Liguori: “Non mi è sembrato normale che l’italiano non sia stato interessato dalle botte. Dobbiamo capire di più su movente e condotte”

“Non abbiamo chiuso il caso, abbiamo fissato l’orologio”. Al momento, l’omicidio di Borgo Bovio ha alcuni contorni. Ma. C’è un ma. O forse, anche qualcuno di più: “Dobbiamo chiarire movente e condotte”, sottolinea in più occasioni il procuratore della Repubblica di Terni, Alberto Liguori, illustrando i primi dettagli dell’indagine che hanno portato all’arresto di un nigeriano neanche trentenne, accusato di avere ucciso “con calci e pugni” Ridha Jamaaoui, tunisino di 42 anni, morto in mezzo alla strada nella tarda serata di domenica 27 settembre.

Cosa sappiamo

Nel fascicolo d’indagine ci sono testimonianze, descrizioni, immagini ripresi da sistemi di videosorveglianza. Il primo fotogramma segna un orario: 22.07. Due persone vengono inquadrate da una telecamera privata mentre si trovano assieme in un bar di viale Brin. Bevono e poco dopo, si vedono percorrere il viale. Ognuno ha una sua bicicletta. Avanzano probabilmente barcollando, a causa dell’alcol assunto. Uno dei due – in particolare – indossa un giaccone di una società sportiva della città e un paio di scarpe. I colori dell’abbigliamento attirano l’attenzione degli inquirenti. Passa qualche altro minuto e le telecamere di un distributore inquadrano soltanto uno dei due. Siamo nei pressi di via Romagna. Dove il nigeriano in bici viene “toccato” dalla fiancata destra di un’auto. Lui cade, la vettura si ferma. L’automobilista scende per controllare cosa è successo, in auto con lui c’è la sua fidanzata. Il nigeriano si alza, ne nasce una discussione perché il ciclista chiede un risarcimento danni: cento euro. L’automobilista non ne vuole sapere, la lite si accende. Alle rimostranze del ciclista, l’automobilista risponde “picchiando come un fabbro”, sono le parole di Liguori. E il ciclista resta a terra: la prognosi dell’ospedale è di dieci giorni.

Cosa non sappiamo

A questo punto, la scena del crimine si popola. Il secondo ragazzo nigeriano arriva in soccorso dell’amico investito e picchiato, il tunisino quarantenne “appare” per dare man forte all’automobilista. Ma calci e pugni volano soltanto tra questi ultimi due. “Non mi è sembrato normale che l’italiano non sia stato interessato dalle botte”, ribadisce il procuratore, confermando però che nei confronti dell’uomo non c’è – al momento – alcuna indagine o provvedimento. Ma elementi da chiarire, sì. Il presunto autore dell’omicidio è incensurato e non sembra avesse rapporti con la vittima o con l’automobilista. Perché, allora, tanta furia nei confronti di una persona che – almeno fino a quel momento – nulla aveva a che fare con quella vicenda. Da sottolineare che l’aggressore ha colpito la vittima prima nei pressi del luogo dell’incidente, per poi inseguirlo per una cinquantina di metri e infine raggiungerlo e continuare a colpirlo.

“Sicuramente l’alcol ha influito”, rileva Liguori. Ma potrebbe non bastare a mettere a posto tutte le tessere del puzzle. L’arrestato sembra intenzionato a voler fornire la sua versione dei fatti al magistrato in sede di udienza di convalida dell’arresto (oggi, 29 novembre). Di pari passi avanzano le “indagini serrate” di procura e carabinieri per soffiare via ogni eventuale nube dall’omicidio di Borgo Bovio.

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