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Cronaca

Colpo ai narcos, è ternano l’investigatore che ha “prosciugato” il fiume di coca dalla Colombia all’Italia

Leonardo Erre è comandante del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Trieste dove è stato portato a termine uno dei più grossi sequestri di coca della storia d’Europa: i dettagli

È fra le tre più grandi operazioni antidroga sotto copertura mai condotte in Europa: 38 ordinanze di misura cautelare, 4,5 tonnellate di cocaina sequestrate per un valore – una volta sul mercato – di circa 250 milioni di euro. Un colpo al cuore del Clan del Golfo, uno dei principali “attori” nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti. E tra i protagonisti dell’operazione “Geppo” c’è un ternano.

Leonardo Erre, originario di Amelia, è il colonnello del nucleo di polizia economica finanziaria di Trieste che, con il supporto operativo del Gico e del Goa e sotto il coordinamento del procuratore capo Antonio De Nicolo della direzione distrettuale antimafia del Friuli Venezia Giulia e del pubblico ministero Federico Frezza – ha prosciugato uno dei principali canali di smercio della cocaina colombiana in Italia.

APPROFONDIMENTO | Colpo ai narcos, tutte le notizie su Trieste Prima

Un anno di indagini sotto copertura con i finanzieri infiltrati tra i narcos che hanno convinto l’organizzazione del fatto che il porto di Trieste sarebbe stato un luogo sicuro dove far arrivare l’ingentissimo quantitativo di droga. Pochissime intercettazioni telefoniche data la delicatezza dell’operazione e attività investigative che sono arrivate fino ai livelli più alti delle organizzazioni criminali internazionali fra Italia, Colombia ed Europa dell’est.

Classe ’76, Erre da settembre del 2020 guida il nucleo Pef delle fiamme gialle di Trieste. Titolato alla scuola di polizia economico finanziaria, nel corso della sua carriera, l’ufficiale ha ricoperto, tra gli altri, incarichi di staff presso il comando generale ed il ministero dell’economia e delle finanze, nonché ruoli operativi alle sedi di Bologna e Cagliari e Venezia.

“Abbiamo tolto veleno dalle strade”, ha commentato il colonnello Erre illustrando i dettagli dell’operazione. Parlando poi di quella che potrebbe essere la “fase due” di questa importante indagine. Ossia arrivare ai soldi. Durante l’attività investigativa è stato scoperto che i trafficanti, per i pagamenti “usano applicazioni a distruzione automatica - così il colonnello - impossibili da intercettare, neanche con i trojan, o anche telefoni speciali super criptati”. C’è insomma ancora da “scalare” una montagna di soldi sporchi.

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