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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Operazione Mailbox, i pusher al telefono: “Gli hai portato le uova?”. Via agli interrogatori

Dall’ordinanza del gip nuovi particolari dopo gli arresti messi a segno dalla squadra mobile. Le intercettazioni e la consegna saltata in pizzeria

“Gli hai consegnato le uova?”. Non è bastato a farla franca il linguaggio criptato che i pusher utilizzavano fra loro e con i loro clienti: è quanto emerge dalle 43 pagine di ordinanza firmate dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Terni Barbara Di Giovannantonio dopo l’operazione Mailbox. Gli agenti della sezione antidroga della questura di Terni hanno fatto scattare le manette ai polsi di due italiani, un 51enne e un 35enne, ed un albanese di 30 anni, tutti con precedenti per droga. Per un quarto ragazzo, italiano, è stato invece disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I tre arrestati venerdì compariranno per la prima volta davanti al gip nell’ambito degli interrogatori di garanzia. 

Attività sistematica Da quanto ricostruito dagli inquirenti, la banda di pusher aveva messo in piedi “un’attività sistematica e organizzata di spaccio nel territorio ternano e in parte narnese”, come si legge nell’ordinanza. Attività che sfruttava anche la presenza di numerosi clienti, soprattutto nel Ternano e anche tra i ceti più alti della popolazione. Un meccanismo smascherato dagli inquirenti anche grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali. In una occasione, proprio per consegnare droga a un cliente, due pusher vedono un’auto che ritengono sia della polizia giudiziaria, e desistono dal portare la merce in una pizzeria di Narni. “L’ho buttata metà sotto quella macchina, quelli so guardie”, spiega uno dei due all’altro, giustificando la marcia indietro. 

Le uova In un’altra circostanza, al telefono gli spacciatori cercano di utilizzare un linguaggio cifrato, con la speranza di non essere compresi. Speranza risultata poi vana: “Gli hai portato le uova?”, chiede un pusher all’altro riferendosi a una consegna di cocaina appena effettuata. In un’altra circostanza, vengono presi in considerazione i prezzi con cui i pusher vendevano la sostanza: tra i 50 e gli 80 euro a grammo. Un volume di affari che, secondo gli inquirenti, permetteva una “capillare distribuzione su Terni e in parte su Narni”. 

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