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Cronaca

Ospedale di Terni, il grido d’allarme: “Reparto di rianimazione non solo letto e ventilatore. Stiamo lavorando sopra le forze”

Nel corso della seconda commissione consiliare Sandro Morelli, rappresentante del sindacato anestesisti ha affermato: “Vorremmo supportare al meglio i nostri pazienti”

Evidenziare le criticità esistenti - riguardanti la sanità locale - per poi sottoporle agli organi preposti. Nel corso della seconda commissione consiliare da remoto è intervenuto il dottor Sandro Morelli, rappresentate del sindacato anestesisti: “Prima della pandemia c’erano 69 posti in terapia intensiva. Sono stati quasi raddoppiati a 127 nella prima ondata. In occasione della seconda, il progetto è stato quello di portare a 167 i posti in Umbria. Vogliamo precisare che la terapia intensiva non è una formula algebrica, composta da un letto ed un ventilatore. È un insieme di altri elementi come la disponibilità di macchinari tecnologici e la possibilità di assistere questi pazienti e quindi avere un numero adeguato di anestesisti, rianimatori ed infermieri".

"Stiamo lavorando sopra le forze – sottolinea Morelli - raddoppiamo i nostri turni. Certe informazioni arrivate in regione non sono state correttamente ricevute, molto probabilmente. La carenza di medici anestesisti è nettamente più rilevante a Terni, rispetto a quella di Perugia. A noi è stato richiesto uno sforzo organizzativo forte. Prima di decidere certe cose sarebbe più giusto sentire gli esperti del settore. Siamo disposti a continuare il sacrificio fin qui fatto, come ad esempio rinunciare ai giorni di ferie. Tuttavia vorremmo supportare al meglio i nostri degenti”.

Il consigliere del Movimento cinque stelle Claudio Fiorelli, ha tracciato un bilancio dell'attività: “Stiamo navigando a vista da troppo tempo. Bisogna prevedere delle programmazioni a breve termine. Manca il personale? Si. L'amministrazione comunale prosegue nel commettere gli stessi errori di quelle precedenti. Una diminuzione della morsa del Covid ci poteva permettere di reperire le risorse. L’assessore Coletto è stato chiamato a maggio, quando non eravamo in piena emergenza. Non siamo stati ascoltati. Non ha neppure ascoltato le persone qualificate che potevano dare dei consigli. In una situazione di guerra non ce lo possiamo permettere. E’ vero che stiamo parlando di un problema nazionale. Tuttavia altre regioni come la Toscana, l’Emilia Romagna sono intervenute in modo diverso ed efficace. C’è una discrepanza di richieste di posti letto tra Perugia e Terni. Qui partiamo da un numero di personale minore. A Perugia ci sono gli specializzandi che si affiancano al personale strutturato. Se ne contano circa 25 l’anno, a Terni appena due.”

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