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Cronaca Amelia

La “strega”, il buco e i ritardi: la procura di Terni ad una svolta nell’inchiesta sulla morte di Maria Chiara

Omicidio preterintenzionale e morte come conseguenza di altro reato, il fascicolo sulla fine della ragazza appena diciottenne di Amelia diventa sempre più pesante. Oggi l’incarico per l’autopsia

Il fascicolo aperto dalla procura della Repubblica di Terni sulla morte di Maria Chiara è diventato più pesante di ora in ora. Ripercorrendo il racconto reso dal fidanzato della diciottenne di Amelia uccisa da una overdose di eroina, gli investigatori – coordinati dal pm Camilla Coraggio – hanno modificato il quadro accusatorio: dall’omissione di soccorso aggravata all’omicidio preterintenzionale. Con gli inquirenti che allargano il raggio delle indagini fino ad oltre i confini della provincia di Terni, per arrivare a dare un volto e un nome a chi, venerdì scorso, potrebbe avere ceduto l’eroina ai due ragazzi e che, se scoperto, dovrebbe rispondere dell’accusa di morte come conseguenza di altro reato.

Sotto la lente finisce dunque ogni minuto di venerdì. Da quando Maria Chiara e il fidanzato – 21 anni – sono saliti su un treno alla stazione di Attigliano in direzione Roma, fino al momento in cui avrebbero incontrato il pusher che avrebbe fornito la “strega”, ossia l’eroina. Per inquadrare nel dettaglio l’area su cui concentrare le indagini saranno importanti gli accertamenti tecnici che saranno effettuati sui telefoni cellulari dei due giovani. E potrebbe essere rilevante cercare di capire se e quali celle telefoniche gli apparecchi abbiano agganciato.  Anche se poi, trovare un pusher in un mercato sterminato come quello di Roma, potrebbe essere più complicato di trovare un ago in un pagliaio. “Cercheremo i responsabili porta a porta”, ha però assicurato il procuratore della Repubblica di Terni, Alberto Liguori.

Altra costola dell’inchiesta si sviluppa attorno al ruolo del fidanzato di Maria Chiara. Si conoscevano da luglio e, per sua stessa ammissione, l’uso di sostanze era pratica frequente. Soprattutto, cocaina e hashish. Per l’eroina, almeno consumata così, era la prima volta. Il peso del ventunenne, con alcune segnalazioni alle spalle proprio per questioni connesse alle sostanze stupefacenti, va delineato in due momenti. Cercando di capire se è vero – come sembra che sia – che sia stato lui ad iniettare la dose letale. E se, magari preparando la “strega” abbia commesso un errore – fatale – nel calcolo delle quantità. Perché per Maria Chiara era la prima volta. E dunque, come spiegano gli investigatori, un fisico non abituato ha risposto in questo modo drammatico.

Marginale, a questo punto, la questione relativa ai soccorsi. Il ragazzo ha raccontato di essersi svegliato più volte nel corso dell’ultima notte trascorsa insieme alla diciottenne nella sua casa di Amelia, mentre Maria Chiara, che probabilmente attorno alle 6.30 del mattino era ancora viva, alle 9 non rispondeva più. “Era bianca, ho cercato di rianimarla e poi ho chiamato i soccorsi”, ha detto il 21enne. Nel caso in cui però dall’autopsia dovesse emergere che l’ora della morte della ragazza è antecedente rispetto alle 9 del mattino, l’accusa di omissione di soccorso cadrebbe nel nulla. Anche per questo, probabilmente, la procura azzarda una ipotesi molto più drastica.

Importanti saranno dunque gli accertamenti scientifici e tecnici che oggi verranno affidati dalla procura di Terni. Il dottore Massimo Lancia dovrà effettuare l’autopsia della 18enne. Agli esami prenderanno parte anche i periti di parte: il dottor Mauro Bacci per conto della famiglia di Maria Chiara e la dottoressa Laura Paglicci Reattelli per il 21enne indagato.

Aggiornamento: sono stati assegnati gli incarichi tecnici dalla procura della Repubblica. L’autopsia sul corpo della giovane verrà effettuata domani mattina – giovedì 15 ottobre – a Spoleto.

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