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Cronaca

Schianto mortale in galleria, la mamma: "Non riesco a immaginare quello che ha passato mio figlio”

Si apre domani il processo per la morte di Nikola Duka, la battaglia della madre Rezana: “Quello che sto vivendo è un dolore che ti divora dentro giorno dopo giorno. Nessuna mamma deve più soffrire questo inferno”

“Non riesco neanche a immaginare quello che ha passato mio figlio. Il pensiero che lui abbia gridato mamma e che io non ero lì a proteggerlo mi sta uccidendo. Pretendo giustizia”. Così Rezana Duka, la mamma di Nikola, il 21enne ucciso sulla strada il 14 marzo del 2019 nella galleria Forca di Cerro a Sant’Anatolia di Narco. Giovedì 16 giugno inizierà a Spoleto il processo per omicidio stradale. In aula Rezana Duka non sarà sola. “Saremo presenti a tutte le udienze”, dicono infatti Alberto Pallotti, presidente dell’associazione familiari e vittime della strada, ed Elena Ronzullo, presidente dell’associazione mamme coraggio e vittime della strada. “Il 16 giugno inizia una nuova battaglia per la giustizia e noi non lasceremo sola la madre di Nikola. Combatteremo con lei fino a quando l’assassino di suo figlio non sarà condannato. Con l’occasione, inizieremo anche una nuova campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale”.

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“Mio figlio era andato a vedere la partita dell’Inter - racconta Rezana Duka, che oggi è responsabile regionale delle tre associazioni - Non è più tornato a casa perché un incosciente e irresponsabile si è messo alla guida ubriaco, con un tasso alcolico nel sangue di 1,72, superando i limiti di velocità. Nikola non ha avuto scampo, è morto tra le lamiere della macchina distrutta, solo, senza nessuno che gli tenesse la mano. Ancora oggi non riesco a superare quello che è accaduto, non posso pensare a quanta paura ha avuto mio figlio quando ha visto il diavolo andare incontro a lui a gran velocità. È stato uno scontro frontale e io non ero lì a proteggerlo. Quello che sto vivendo è un dolore che ti divora dentro giorno dopo giorno. Per questo ho cercato un modo per in far sì che nessuna mamma soffra questo inferno. Ho iniziato una campagna di sensibilizzazione per invitare la gente a guidare con prudenza. Ho iniziato con volantini e spille, per poi arrivare a enormi cartelloni pubblicitari con il messaggio che mio figlio mi manda da lassù: guidare con prudenza”, continua la donna.

“Mio figlio è sempre accanto a me, a darmi la forza, e la mia campagna sta diventando sempre più seguita. Oltre ai cartelloni, ora mi chiedono i nostri volantini anche negozi, bar, distributori di carburante, addirittura anche musei. Tutti vogliono aderire e condividere il messaggio di Nikola. Sono contenta che mio figlio stia dando l’esempio anche da lassù, era un bravo ragazzo. Lui è ancora con me, non fisicamente ma con l’anima”.

Sul caso di Nikola Duka interviene anche l’avvocato Walter Rapattoni, convenzionato delle associazioni, che spiega: “Dopo tre udienze preliminari davanti al gup di Spoleto, giudice dottoressa Francesca Fortunati, si è arrivati al rinvio a giudizio, che è stato fissato per il 16 giugno. Il capo di imputazione è molto grave, perché in questo caso parliamo di un soggetto che si è messo alla guida con un tasso alcolemico dell’1,72, quindi il massimo consentito, per il quale è prevista una pena fino a 12 anni. L’imputato, inoltre, ha superato di oltre 10 km i limiti di velocità previsti in quella zona (90 km orari). Guidando senza cintura e contromano, è andato a schiantarsi e a provocare la morte di Nikola Duka”.

“Pieno sostegno alle battaglie di Rezana Duka – aggiunge Rapattoni - che con la sua campagna di sensibilizzazione invita a una guida prudente sul territorio di Spoleto e sulle strade dell’Umbria. Il 16 inizierà questa battaglia per avere giustizia nel processo, che si terrà con il rito ordinario perché non è stata accettata la richiesta di rito abbreviato condizionato e nemmeno quella di patteggiamento a 4 anni. L’imputato, quindi, non potrà beneficiare di nessuna riduzione di pena per riti alternativi”.

associazione-3Nei giorni della prima udienza saranno presenti a Spoleto anche il vicepresidente dell’associazione italiana familiari e vittime della strada, Biagio Ciaramella, ed Elena Ronzullo: “Saremo presenti al processo - spiega Ciaramella - «e daremo il via a un’altra campagna di sensibilizzazione delle tre associazioni che rappresentiamo. Con noi ci sarà anche la mamma di un’altra vittima della strada, che ci teneva a essere presente per sostenere la mamma di Nikola. Chiunque sul territorio di Spoleto volesse contattarci, anche avere un semplice consiglio sulla sicurezza stradale, può farlo. Noi saremo in tribunale a Spoleto e poi andremo ad Assisi. Come sempre, continueremo ad aggiornare tutti coloro che ci seguono sui social network, e che ringraziamo, e ribadiamo il nostro invito rivolto a chiunque ne abbia bisogno di contattare le associazioni: noi non vi lasceremo mai soli”.

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