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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Reddito di cittadinanza indebitamente percepito. Quattordici persone segnalate: “Uno recluso in carcere da mesi”

I controlli effettuati, a decorrere dallo scorso mese di marzo, dei carabinieri di trenta comandi stazione della provincia di Terni e del Nucleo ispettorato del lavoro

Una vera e propria ‘caccia aperta’ ai furbetti del reddito di cittadinanza, indebitamente percepito. La prestazione economica a sostegno del reddito, è stata istituita ormai due anni fa. Proprio per garantire il pieno rispetto delle normative, i carabinieri dei trenta comandi stazione della provincia di Terni e del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno avviato, a decorrere dallo scorso mese di marzo, una serie di approfonditi accertamenti volti a verificare la sussistenza dei requisiti, propedeutici alla percezione dell’emolumento. Complessivamente, al termine di questa prima tranche di monitoraggi, sono stati segnalati all’autorità giudiziaria quattordici persone, per le quali è stato immediatamente revocata la prestazione con efficacia retroattiva, per un importo quantificato in € 60 mila euro, ovvero l’importo dei ratei indebitamente percepiti.

Gli interventi

Secondo la ricostruzione degli inquirenti da tali riscontri effettuati è emerso che: nove percettori non avevano i requisiti idonei per ricevere il reddito di cittadinanza, sia per aver dichiarato falsamente la composizione del nucleo familiare, sia per non avere il requisito della residenza in Italia da almeno dieci anni. A seguito di attività ispettiva mirata, è stato possibile riscontrare che, nel comune di Terni, due percettori di reddito di cittadinanza erano stati impiegati in attività lavorativa “in nero”, eludendo così l’obbligo di comunicazione dello stato lavorativo all’INPS che ne ha disposto immediatamente la revoca. Nel medesimo contesto, sono state sottoposte a provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale le due società che avevano alle dipendenze i due percettori di reddito di cittadinanza sorpresi al lavoro ‘in nero’.

Inoltre in un piccolo comune della provincia di Terni è stato possibile acclarare, all’interno di un nucleo familiare, la presenza di un componente percettore di reddito di cittadinanza il quale tuttavia era recluso da mesi presso un istituto di pena (per gravi reati contro la persona). Da ulteriori accertamenti è risultato che un percettore del sussidio, di fatto uno pseudo-imprenditore il quale avrebbe svolto delle attività lavorative in provincia di Terni, pur risultando “nullatenente” e senza fissa dimora, era in realtà amministratore e liquidatore di sei società e proprietario di una settima società detentore di quote pari ad euro 30 mila euro.

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