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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Rivolta in carcere, domenica di fuoco a Sabbione: feriti diversi agenti di polizia penitenziaria

Una cinquantina di detenuti si sono “impossessati” di una delle sezioni di media sicurezza provocando incendi e distruzione. Una decina di guardie in ospedale. Il Sarap: carenza endemica di personale

Una domenica di fuoco nel carcere di Terni. Secondo quanto riporta il Sarap, Sindacato autonomo ruolo agenti penitenziaria, una cinquantina di detenuti si sarebbero impossessati di una delle sezioni della casa circondariale di vocabolo Sabbione (quella a media sicurezza) “incendiandola e distruggendola totalmente”.

Secondo i dati raccolti dall'associazione Antigone, il carcere di Terni al 30 settembre scorso ospitava 517 detenuti (di cui 127 stranieri) a fronte di una capienza massima di 416. Quindici le sezioni in cui è suddivisa la struttura - che accoglie anche il cosiddetto “carcere duro” - e nella quale lo scorso anno si sono verificati 11 aggressioni ai danni del personale. All’interno sono effettivamente presenti 206 agenti di polizia penitenziaria rispetto ad una dotazione organica prevista di 241.

“Solo grazie all’intervento degli agenti di turno e di quelli richiamati in servizio, a cui va la nostra gratitudine – spiega Roberto Esposito, segretario nazionale del Sarap, richiamato in servizio proprio per fare fronte all’emergenza - è stato riportato l’ordine e la sicurezza nell’istituto. “A seguito della rivolta – prosegue Esposito - risultano feriti diversi agenti, alcuni sono stati trasportati al nosocomio locale riscontrando traumi e contusioni”.

“Oggi, tutto questo è accentuato anche dalla carenza di personale che non è un problema annunciato, ma una situazione endemica, un grave problema che né la politica né il Parlamento vogliono affrontare, lasciando la polizia penitenziaria a lavorare solo ed esclusivamente in deroga a qualsiasi norma pattuita, per l’assenza di protocolli specifici per affrontare queste situazioni. Infatti si è in attesa del nuovo regolamento di servizio che doveva essere discusso nel 2019 e ad oggi ancora non vede luce”.

“È lapalissiano oggi che il Dap lavora solo ed esclusivamente in funzione della popolazione carceraria, ponendo la polizia penitenziaria come il surrogato di dirigenti che non indossano la nostra divisa, in primis il capo del Dap. Per questo continueremo a chiedere a voce alta di restituire la polizia penitenziaria nelle mani della polizia penitenziaria”.

Articolo in aggiornamento

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