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Cronaca Amelia

Caso Corvi, l’Osservatorio sulla mafia: “Chi sa, parli: adesso serve uno scatto di dignità e coraggio”

L’intervento dopo la scarcerazione del marito della giovane donna di Amelia scomparsa nel 2009. Appello anche “a coloro che all’interno dell’organizzazione ‘ndranghetista vogliano contribuire a una scelta di umanità e di riscatto, raccontando la verità”

Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’Osservatorio regionale sulle infiltrazioni mafiose e l’illegalità in Umbria a riguardo delle indagini sulla morte di Barbara Corvi dopo la scarcerazione del marito, Roberto Lo Giudice, disposta dal tribunale del riesame. La giovane mamma di Amelia è scomparsa il 27 ottobre 2009: da allora non ci sono state più notizie. L’Osservatorio chiede di continuare a portare avanti le indagini a 360 gradi senza dimenticare la natura di taluni soggetti vicini a Barbara riconducibili a una certa matrice maschilista di tipo ‘ndranghetista.

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A pochi giorni dal compleanno di Barbara Corvi, l’Osservatorio regionale sulle infiltrazioni mafiose e l’illegalità in Umbria ribadisce l’importanza di continuare a lavorare per la verità sulla scomparsa della giovane donna di Amelia. Prendendo atto di quanto emerso dalle ultime vicende procedurali e giudiziarie, l’Osservatorio rinnova l’impegno ad affiancare la famiglia Corvi nel drammatico percorso che sta vivendo, ribadendo con forza che l’unica vittima di questa storia è Barbara e che non sono conciliabili costruzioni mediatiche atte a veicolare altri significati.

L’Osservatorio, in coerenza con quanto approvato fin dalla prima seduta, intende portare avanti gli impegni presi valorizzando e affiancando le realtà che da sempre, ad Amelia e in tutta la regione, non hanno mai smesso di chiedere la verità e di fare memoria. Nel prendere atto di quanto recentemente affermato, l’Osservatorio ribadisce che le analisi delle vicende devono tener conto degli aspetti legati alle dimensioni storiche e contestuali dei protagonisti, con particolare attenzione alle dinamiche di potere riconducibili a una certa matrice maschilista di tipo ‘ndranghetista. A tutto ciò l’Osservatorio risponde con proposte legate all’accompagnamento e al supporto delle donne che si trovano in situazioni di violenza di questo tipo, proposte che da qui a breve prenderanno forma in atti concreti e innovativi.

Proposte che porteranno il nome di Barbara Corvi, così come avverrà per le attività in programma al fine di sostenere l’operato degli organi investigativi e la procura di Terni. A tal proposito, l’Osservatorio si appella all’intera cittadinanza umbra, al fine di radicare la memoria di Barbara in un territorio che continua a formare anticorpi alla violenza mafiosa e alle diverse forme di infiltrazione e radicamento. Nel far ciò, l’Osservatorio chiede a tutte e tutti coloro che potrebbero avere informazioni utili, ad Amelia e non solo, di contattare gli organi competenti: uno scatto di dignità e coraggio in un territorio che non dimentica e che con forza prende le distanze da dinamiche di tal sorta.

La complessità della vicenda, legata anche al tema dei collaboratori di giustizia, impone cautela ma molta attenzione, per questo l’Osservatorio si appella anche a coloro che all’interno dell’organizzazione ‘ndranghetista, vogliano contribuire a una scelta di umanità e di riscatto, raccontando la verità sulla scomparsa di Barbara. L’Osservatorio continuerà a lavorare in questa direzione, senza cedere di un passo fino a quando non verrà ricostruita la verità.

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