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Cronaca

Scuole e virus, le maestre degli asili: si rientra, ma senza nessuna sicurezza

La lettera sottoscritta da 605 operatrici dell’Umbria: “Servirebbero controlli, tracciamento, tamponi periodici e tutto ciò che potrebbe arginare quanto più possibile il rischio di contagio. Invece, nulla di fatto”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera sottoscritta da 605 educatrici d scuola dell’infanzia dell’Umbria che denunciano un ritorno in classe senza una reale strategia di tutela del contenimento dalla pandemia.

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È giusto far sapere quanto sta accadendo perché queste scelte avranno ripercussioni su tutti noi. In seguito alla riapertura delle scuole dell’infanzia “in sicurezza” indetta venerdì scorso, noi docenti di questo ordine di scuola ci siamo mossi ponendo all'attenzione dei vari organi interessati che questo passaggio importante e tanto atteso anche da noi non può assolutamente tralasciare un piano e una riorganizzazione dei controlli per tradurre questo bel concetto di riapertura insicurezza in fatti concreti, indispensabili per tutelare sia i bambini che le loro famiglie, oltre a noi docenti.

Invece, come è stato ieri con la nuova ordinanza che prevede la riapertura delle scuole primarie lunedì, nessuna misura, nessun investimento è stato valutato per garantire a tutti questo diritto. Di fatto, siamo rientrati nelle scuole dell’infanzia così come le avevamo lasciate l’8 febbraio e la stessa cosa avverrà per le scuole primarie... Nulla è cambiato. Si procede con chiusure ed aperture senza alcun senso di responsabilità, mettendo continuamente sotto pressione le famiglie.

Abbiamo inviato un documento sottoscritto da 605 docenti di tutta l’Umbria per ben due volte, con l’intento di chiedere che venga considerato seriamente questo aspetto legato alla sicurezza, investendo fondi ed energie per non mettere a rischio la salute e per non ritrovarci, tra poche settimane, nella stessa situazione del mese scorso. Nelle scuole dell’infanzia i bambini non hanno i dispositivi di protezione individuali né rispettano, comprensibilmente, il distanziamento sia tra pari che con noi docenti, ma questo probabilmente non è chiaro a chi ha disposto la riapertura. Quali considerazioni, alla luce di questo, avranno spinto a riaprire la scuola dell’infanzia prima degli altri gradi?

Possibile che nessuno ci ascolti e ci dia rassicurazioni, se veramente esistono? Andare in aula con 20 - 25 bambini che non indossano la mascherina, anche prima degli altri gradi di scuola, senza alcuna regola che tuteli la nostra salute e quella di tutte le famiglie, se non i nostri dispositivi di protezione individuale, può essere considerato un rientro in sicurezza? Sappiamo che il Cts ha espresso parere favorevole, suggerendo queste aperture graduali (partendo stranamente dal grado più esposto come i nidi d’infanzia prima e le scuole dell’infanzia poi) in considerazione della lieve diminuzione dei contagi e il passaggio a zona arancione, ma vogliamo far presente che i protocolli ministeriali in vigore da settembre, in una situazione come quella attuale ben diversa da quella della riapertura, andrebbero assolutamente supportati da scelte serie da parte dell’amministrazione, con controlli attenti, con il tracciamento, con tamponi periodici e tutto ciò che potrebbe arginare quanto più possibile il rischio di contagio. Invece, nulla di fatto: si rientra, ma non si parli di sicurezza.

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