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Cronaca

“Così i soldi della mafia sono finiti nella Face4Job”, i dettagli dell’indagine che da Palermo arriva a Terni

I legami tra il “re delle scommesse” e la startup innovativa: versati 300mila euro in un anno, ma per gli inquirenti sono “soldi sporchi”. Ecco perché è scattata l’amministrazione giudiziaria

Soldi “sporchi” che dal mondo delle scommesse sono arrivati fino nelle casse della Face4Job, la startup innovativa con sede a Terni che si occupa di servizi di supporto alle imprese nell’ambito dei processi di ricerca e selezione del personale.

GUARDA - Il blitz della polizia nella sede di Face4job

E gli inquirenti hanno proprio seguito i soldi. Quelli del “re delle scommesse”, Benedetto Bacchi, che a cavallo tra il 2015 ed il 2016 aveva investito nella Face4Job srl, ora finita in amministrazione giudiziaria così come disposto dal Tribunale di Palermo-Sezione Misure di Prevenzione. Il provvedimento scattato oggi si collega al decreto di sequestro emesso lo scorso gennaio nei confronti di Bacchi e che riguardò numerosi beni di sua proprietà o comunque a lui riconducibili, per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro.

Accertati dunque i legami con Bacchi, imprenditore di Partinico del settore dei giochi e delle scommesse online, la cui figura è emersa con un ruolo di primissimo piano nell’ambito delle indagini condotte dalla squadra mobile di Palermo relative all’operazione denominata “Game over” che, a febbraio 2018 ha portato all’arresto di 22 persone (e numerosi indagati), confermando l’esistenza di un pericoloso intreccio tra l’attività di Cosa nostra e la gestione e distribuzione sul territorio delle sale gioco e scommesse “dentro le quali - dicono gli inquirenti - quotidianamente, si muove una mole di denaro che rappresenta una delle più cospicue fonti di reddito degli ultimi anni per la mafia”.

Le indagini dimostrerebbero come Bacchi, tramite un vero e proprio accordo contrattuale con la mafia palermitana, sia riuscito nell’arco di un breve tempo a monopolizzare il settore e realizzare una rete di agenzie di scommesse abusive capaci di generare profitti quantificati nell’ordine di oltre un milione di euro al mese. Dallo sviluppo di ulteriori indagini patrimoniali condotte dagli agenti della divisione anticrimine della Questura di Palermo, è emerso che Bacchi ha reinvestito nella Face4job i proventi delle attività illecite realizzate nel settore del gioco e delle scommesse.

“In particolare - hanno spiegato dalla polizia - esaminando la documentazione bancaria della Face4job è emerso come l’apporto di denaro di Bacchi sia stato assolutamente determinante per l’avvio della società”. Infatti è stato accertato come Bacchi abbia versato nelle casse della società tra il 2015 ed il 2016, a titolo di ‘sovrapprezzo sottoscrizione quota parte capitale sociale’, ingenti capitali per oltre 300mila euro, denaro evidentemente frutto dell’attività illecita di riciclaggio e concorso esterno in associazione mafiosa. È apparso, quindi, evidente come questa circostanza, anche in considerazione del ben più modesto valore nominale delle quote possedute da Bacchi nella società (pari al 10 % del capitale sociale), non può essere altrimenti giustificata, in termini economici, se non con l’ipotesi della realizzazione di un’operazione meramente finalizzata al reimpiego di capitali di provenienza illecita".

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